Soddisfazione: è quanto esprime la Chiesa cattolica delle Filippine per la promulgazione della legge che mira ad impedire le dinastie politiche, in vista delle elezioni presidenziali e legislative in programma il 9 maggio prossimo. Siglata il 19 gennaio scorso dal presidente uscente Benigno Aquino III, la normativa proibisce ai giovani, con un parente già eletto a livello nazionale o locale, di candidarsi per un seggio all’interno delle Assemblee municipali incaricate delle politiche giovanili.
Dinastie politiche a vantaggio delle famiglie più abbienti
È proprio all’interno di tali organismi, infatti, che si riscontrano numerosi casi
di dinastie politiche, soprattutto di famiglie abbienti che possono sostenere i costi
della campagna elettorale. Non solo: nonostante la Costituzione nazionale proibisca
sin dal 1998 casi simili, di fatto accade spesso che membri di una stessa famiglia
si succedono nei medesimi incarichi: basti pensare che l’attuale Capo dello Stato
è il figlio della presidente Cory Aquino, a sua volta vedova del senatore Benigno
Aquino.
Appello vescovi: campagna elettorale sia esente da violenze
La nuova legge rappresenta “una buona decisione” afferma padre Conegundo Garganta,
segretario generale della Commissione episcopale per la gioventù, cui fa eco Henrietta
de Villa, presidente del Consiglio pastorale delle parrocchie per un voto responsabile
(Ppcrv) che sottolinea: “Si tratta dell’unica normativa che colpisce il male alla
radice; per questo vigileremo sulla sua applicazione effettiva”. Dall’organismo arriva
anche un appello ai candidati affinché diano prova di dignità: “Mostratevi degni del
vostro essere persone umane, create ad immagine e somiglianza di Dio – è l’invito
– Fatevi ogni giorno un esame di coscienza”, così da realizzare “una campagna elettorale
esente da violenze e rispettosa dell’ambiente”.
Formata una coalizione interreligiosa di vigilanza elettorale
Già nei giorni scorsi, la Conferenza episcopale filippina aveva invocato, in una nota,
elezioni giuste: “Rifiutiamo i candidati disonesti, furbi, egoisti ed indifferenti
nei confronti dei poveri”, affermavano i vescovi sottolineando come, in alcuni casi,
“l’astensionismo possa essere una scelta politica cristiana valida” perché in mancanza
di candidati appropriati “votare il male minore equivale a votare male”. Dai presuli
è arrivato anche l’invito alle autorità per un rispetto “scrupoloso” di quanto stabilito
dalle legge elettorale. Il 10 febbraio, inoltre, mons. Broderick Pabillo, presidente
della Commissione episcopale per i laici, ha annunciato la formazione di una coalizione
interreligiosa per vigilare “sull’onestà e la trasparenza delle elezioni”.
Card. Tagle: no a politici che fanno opere di carità solo a scopo elettorale
Denominato “Fede e coalizione” (dove fede, in inglese “Faith”, è l’acronimo di Fairness,
Accuracy, Integrity, Transparency and Honesty in Elections, ovvero equità, accuratezza,
integrità ed onestà nelle elezioni) il gruppo riunisce responsabili cattolici, protestanti,
evangelici e musulmani e seguirà il lavoro della Commissione elettorale. Sempre il
10 febbraio, nella Santa Messa del Mercoledì delle Ceneri, il cardinale arcivescovo
di Manila, Luis Antonio Tagle, ha criticato quei politici che fanno opere di carità
a scopo auto promozionale, solo per ricavarne vantaggi personali. (I.P.)
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