2016-02-13 11:24:00

Carriquiry: Papa in Messico, accoglienza popolare straordinaria


La visita in Messico sarà caratterizzata dal tradizionale affetto dei messicani. Sono più di 100 milioni i cattolici in Messico. Un’evangelizzazione avvenuta ad opera dei missionari che seguivano gli esploratori spagnoli. Oggi il Paese è diviso in 93 fra diocesi e arcidiocesi. Ma ad attendere il Papa è tutto il popolo messicano, come dice, al microfono del nostro inviato Alessandro Guarasci, il segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina Guzmán Carriquiry Lecour:

R. – Ogni viaggio di un Pontefice in Messico è veramente un evento straordinario! E’ difficile trovare una tale accoglienza popolare come quella messicana.

D.  – Da dove nasce questa religiosità popolare?

R. – Alle origini, alle fondamenta del nuovo mondo americano c’è la nuova visitazione della Madonna, della Nuestra Señora de Guadalupe. Io ricordo come San Giovanni Paolo II, prima del suo primo viaggio in Messico, pregasse la Madonna di Guadalupe, perché gli aprisse il cuore dei suoi figli. La religiosità popolare in Messico non è un folklore più o meno residuale sotto l’impatto della modernizzazione o della secolarizzazione, è la modalità di inculturazione del mistero cristiano nella storia, nella cultura e nella vita di questo popolo. Dunque, il Papa andrà a visitare e ad abbracciare nella carità il popolo del Messico, incontrerà le autorità, ma c’è poi una visita che è fondamentale: la visita a Nuestra Señora de Guadalupe, nel suo santuario.

D. – Quali sono attualmente le urgenze della Chiesa messicana?

R. – Questa tradizione cattolica così radicata nello strato culturale del Messico e questa religiosità popolare hanno un grande bisogno di essere coltivate, di essere attualizzate, di essere rivitalizzate, di essere molto più radicate nel cuore e nella vita delle persone, delle famiglie e del popolo. Non bisogna riposarsi sui guadagni  di un patrimonio che corre, a volte, il rischio di disperdersi sotto l’impatto della secolarizzazione. La Chiesa del Messico deve saper affrontare con più coraggio tutti i grandi problemi che si pongono in questo grande Paese: ci sono grandi accumuli e concentrazioni di ricchezza ed aree ancora molto arretrate, di esclusione, di povertà estrema. Alcune zone sono sempre più sfruttate e le zone più povere sono quelle a maggioranza indigena. Il Messico sta vivendo – ormai da anni – il dramma della violenza, che ha fatto decine di migliaia di vittime e il narcotraffico è un moltiplicatore impressionante di questa violenza…

D. – Quali sono attualmente i rapporti tra le istituzioni messicane e la Chiesa? Sappiamo che per tanti anni c’è stata molta – a dir poco - diffidenza…

R. – Molta diffidenza, a dir poco… Si sono fatti molti progressi nella Costituzione e nella legislazione messicana per aprire alla libertà religiosa, che – tempo addietro – era praticamente oscurata, negata. Il Paese vive ancora il divario tra un popolo composto dall’80 per cento di battezzati, dal 100 per 100 di “guadalupani”  e le élite di accademici, militari, in parte politiche ed editoriali molto secolarizzate.








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