2016-02-11 12:53:00

Le testimonianze dei Missionari della Misericordia


E' stata grande la gioia dei Missionari della Misericordia che ieri hanno ricevuto il mandato da Papa Francesco nella Basilica Vaticana. Ascoltiamo le loro emozioni, raccolte da Marina Tomarro:

R. – E’ una grande responsabilità che il Papa ci affida. Penso che siamo chiamati a renderci disponibili proprio perché la misericordia di Dio possa raggiungere i peccatori, le persone più lontane da Dio che, in questo anno, sicuramente sentiranno la chiamata alla conversione.

R. – Sicuramente c'è da prendere molto sul serio l’invito del Papa ad essere padri e madri. Dovrebbe essere sempre così per noi preti: essere sempre padri e madri dei peccatori che si accostano alla Confessione, senza mai condannare nessuno. Noi, infatti, facciamo parte di quella stessa fila di peccatori.

R. – Innanzitutto, vuol dire fermarci per sentirci bisognosi di questa misericordia da parte del Signore. La misericordia è un dono per noi stessi. In secondo luogo, è essere nel mondo una sorgente di misericordia per gli uomini. Come sarebbe bello se d’ora innanzi gli uomini passassero ad associare alla parola “Dio” la parola “misericordia”, vorrebbe dire che alla parola “uomo”, corrisponderebbe il significato di “fratello”

D. – Da dove viene?

R. – Vengo dalla Repubblica Ceca.

D. – Cosa vuol dire per lei avere ricevuto il mandato di missionario della misericordia da Papa Francesco?

R. – Una cosa molto bella, veramente. Lui stesso mi ha benedetto e mandato tra la gente per far vedere il volto misericordioso del Padre.

D. – Lei da dove viene?

R. – Dall’Ucraina. Abbiamo preso questo mandato e la benedizione dal nostro Santo Padre Francesco per servire nella misericordia di Dio tanti bisognosi. Come ha detto il Papa: non serviamo noi, ma l’amore serve attraverso la persona del missionario.

D. – Il Papa vi ha dato questo importante mandato, invitandovi a diventare veramente la chiave con la quale aprire i cuori. In che modo rispondere alla sua esortazione?

R. – Vuol dire innanzitutto imitare Gesù misericordioso, Gesù che non è venuto a giudicare. Attraverso le sue piaghe, noi tutti veniamo guariti. E quindi noi sacerdoti, tutti, siamo chiamati proprio ad annunciare e a donare lo spirito della misericordia, che è lo Spirito di Dio che passa attraverso il Sacramento della Riconciliazione.

D. – Per lei cosa significa questo mandato?

R. – Per me che appartengo alla Comunità Papa Giovanni XXIII è il dono per poter stare ancora di più vicino agli ultimi e vicino a quelle persone che chiedono scusa di esistere. Allora, anche questa è un’altra grandissima occasione per manifestare l’amore di Dio.

R. – Aprire il cuore. Che il nostro cuore sia aperto prima di tutto. Una volta aperto, il nostro sa come aprire il cuore di coloro che incontriamo. Con quali mezzi si pulisce il cuore? Prima di tutto con l’amore, l’amore che si dona, che si dà, una fiamma divina che pulisce prima di tutto il nostro cuore ... e poi non chiudere le porte, ma aprire le porte.








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