2016-02-10 14:29:00

Le nuove facce dell'usura: aspetti sistemici e globali


“Concittadini, famiglie, popoli, continenti”: nella riflessione di Papa Francesco sull’usura, nell’ambito dell’udienza generale, ci sono tutti questi riferimenti. L’usura, infatti, è un fenomeno complesso e diversificato. Fausta Speranza ne ha parlato con il sociologo Maurizio Fiasco, della Consulta nazionale antiusura:

R. – Il mercato del denaro illegale dell’usura si è fortemente esteso, di pari passo con il procedere della crisi. Riguarda le famiglie – a rischio sono circa un milione e mezzo in Italia – che tecnicamente sono in insolvenza, in sovraindebitamento, in fallimento economico, e quindi escluse dalla possibilità di ricorrere al credito legale, ma anche moltissime imprese, quelle in cui il patrimonio della famiglia coincide con il patrimonio delle imprese, ma anche piccole imprese che si trovano in una crisi di liquidità che si rovescia poi in una crisi del conto economico. Oggi, l’usura non è l’usuraio nel vicolo: l’usuraio è anche quello, ma è anche l’usura dei colletti bianchi, cioè l’usura insediata nel sistema finanziario-creditizio, ovviamente nelle parti malate di questo sistema. E quindi, c’è una devianza dall’alto: è una forma di criminalità economica – quindi, criminalità d’impresa – che danneggia volta per volta sia protagonisti importanti dell’economia reale, quella che dà posti di lavoro e crea bene comune, sia le singole famiglie. C’è un’usura sui poveri, c’è un’usura sulla classe media, c’è un’usura sulla piccola impresa e c’è un’usura di Stati sugli Stati attraverso un sistema bancario che ha smesso di affidarsi all’economia reale e ha preso a giocare d’azzardo sulla speculazione finanziaria. Spesso, molti imprenditori sono stati costretti a sottoscrivere prodotti di finanza derivata se volevano avere il fido ordinario che serviva loro per l’attività economica, e qualcosa del genere è stato proposto anche alle famiglie. Poi, c’è il volgare, violento, squallido usuraio della porta accanto, del vicolo, del mercato rionale nel nostro Sud, ma questo fenomeno si è trasferito anche nel Centronord del Paese, laddove pure le precedenti recessioni, le precedenti crisi degli anni Novanta o degli inizi del secolo, avevano lasciato indenne il tessuto economico imprenditoriale e familiare.

D. – Quanto è importante per lei l’appello di Papa Francesco?

R. – Ha un’ispirazione morale e spirituale, quindi interpella la coscienza e la risposta delle persone. E ha anche un rilievo strategico, potrei dire, perché quella dell’usura è una disfunzione sistemica che impedisce a un’economia nazionale di riprendere, alle famiglie di progettare un futuro e, su scala internazionale, subordina la condizione di una serie di popoli. La globalizzazione ha portato a un ulteriore indebitamento, le scelte vengono fatte su alcuni tavoli a cui i popoli stessi non possono accedere e che non possono condizionare. Quindi, c’è un’usura che colpisce il singolo, che colpisce la famiglia, che colpisce l’impresa, che colpisce gruppi sociali e che, riportata su scala planetaria, riguarda popoli che versano ancora in una condizione di povertà e di insofferenza. Situazioni che la globalizzazione non ha minimamente affrontato.

D. – Dunque, l’appello del Papa si fa anche appello concreto a responsabilità di istituzioni internazionali?

R. – Internazionali e nazionali. Il fronteggiamento dell’usura deve diventare un asse di una politica economica che voglia salvare le persone, l’economia di un Paese restituendo una prosperità equilibrata a interi popoli. Quindi, è un appello morale ma anche un appello a concepire un disegno di politica economica. Del resto, nella “Caritas in veritate” queste cose erano scritte. L’economia è fatta di numeri ed è fatta di rapporti, ma la lettura di questi numeri e di questi rapporti, naturalmente, è ispirata da valori. Questi valori generano un’illuminazione, quindi fanno trovare delle soluzioni che nell’ottusità degli sfruttamenti, di asimmetrie, di approfittamenti, non si vedono.








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