2016-02-09 13:51:00

Siria. Zenari: colonne di profughi, il mondo faccia il possibile


È di 3 morti e 14 feriti il bilancio provvisorio di un nuovo attentato che stamattina ha colpito la periferia di Damasco, in Siria. E resta grave la situazione del conflitto nel Paese, in cui migliaia di persone – secondo alcuni dati – vivrebbero in costante stato d’assedio, mentre alle frontiere i profughi continuano a premere. E' di oggi l’appello dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati alla Turchia affinché torni ad aprire i confini ai 30 mila in fuga da Aleppo, dove si registra una delle situazioni peggiori. Roberta Barbi ha sentito la testimonianza del nunzio apostolico in Siria, mons. Mario Zenari:

R. – Siamo tutti con il cuore e il fiato sospeso. In questa situazione così drammatica, toccata in modo molto opportuno dal Santo Padre con l’appello che ha rivolto all’Angelus domenica scorsa, centrato sul dramma dei siriani, della popolazione civile che è quella che soffre di più le conseguenze maggiori di questo terribile conflitto che ormai volge al termine del quinto anno. Questa situazione è drammatica e continuamente richiamata: basta leggere il rapporto molto, molto preoccupante presentato al Consiglio di sicurezza dal sottosegretario per le questioni umanitarie, O’Brien, che parla di situazioni umanitarie. Basta leggere ancora l’ultimo rapporto pubblicato ieri dalla Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani.

D. – Si parla di armi non convenzionali, di detenuti in condizioni disumane, di esecuzioni di massa…

R. – Questo rapporto sarà esaminato. Naturalmente, tutti questi rapporti sono preoccupanti circa la situazione dei diritti umani e  la questione umanitaria, per non parlare della sospensione della Conferenza di Ginevra: anche  questo è un fatto preoccupante. Giustamente, l’inviato speciale puntava non solo a portare al tavolo delle trattative le varie parti in conflitto, ma diceva: “C’è bisogno non solo di parole, ma anche di fatti”.

D. – Anche Stati Uniti e Arabia Saudita hanno chiesto il cessate-il-fuoco e l’accesso degli aiuti umanitari. Qual è la situazione della popolazione? Può raccontarci qualcosa che ha vissuto anche in prima persona?

R. – Noi non possiamo sapere in modo diretto. Abbiamo accesso a queste situazioni drammatiche, però quello che sentiamo e vediamo è la preoccupante colonna interminabile di profughi in oppressione che ferisce veramente il cuore. Come fare in modo che non si vedano più queste interminabili colonne di profughi o questi battelli che attraversano il mare causando vittime? Vorrei richiamare anche l’appello del Santo Padre alla solidarietà, all’appello alla comunità internazionale perché rafforzi l’impegno per portare una soluzione negoziata a questa crisi. Non da ultimo il Papa dice: “Occorre pregare, pregare molto”. Vorrei fare un appello soprattutto a tutti i cristiani del mondo perché c’è bisogno di preghiera, dell’aiuto di Dio.

D. – Sulla questione umanitaria, sulla questione dei migranti, è spuntata anche l’ipotesi di un coinvolgimento della Nato in appoggio all’Europa. Potrebbe essere la svolta?

R. – Non sono un esperto in questa materia, in queste cose tecniche, ma credo che si debba tentare di fare tutto il possibile.








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