2016-02-09 11:44:00

Iraq: cristiani boicottano “Conferenza su coesistenza pacifica”


I rappresentanti cristiani invitati a partecipare alla “Conferenza sulla salvaguardia della pacifica coesistenza”, tenutasi domenica scorsa presso il Parlamento iracheno, hanno deciso di disertare la manifestazione, per rimarcare la propria distanza da occasioni in cui i richiami alla convivenza e alla concordia tra diverse identità etnico-religiose si trasformano in mere formule retoriche, senza che vengano minimamente intaccate le discriminazioni sofferte dai gruppi minoritari. 

Patriarca Sako: siamo stanchi di inutili parole
Oltre alle comunità cristiane – riferisce l’agenzia Fides -  hanno boicottato la Conferenza anche altre minoranze religiose, come gli yazidi e i mandei. “A cosa serve specializzarsi nel partecipare a incontri come questo e ripetere le formule che danno il titolo alle conferenze, se poi non si vedono iniziative e cambiamenti sul piano concreto?” ha dichiarato ai media locali il Patriarca caldeo Louis Raphael I Sako. La Conferenza era organizzata con il patrocinio della Presidenza del Parlamento e del Consiglio sunnita per le dotazioni religiose (Waqf), e ha visto la partecipazione di politici, rappresentanti diplomatici e ministri del governo iracheno.

Il Patriarca caldeo aveva denunciato discriminazioni contro la minoranza cristiana
Nei giorni scorsi, il Patriarca caldeo aveva rivolto un accorato appello alle autorità governative e ai leader politici e religiosi per richiamare l'attenzione sulle perduranti discriminazioni giuridiche e le prepotenze di carattere settario subite dai cristiani. “Noi” scriveva il Patriarca nell'appello, pervenuto alla Fides, “ci siamo incontrati con gli ufficiali del governo, e abbiamo visitato alcune delle autorità religiose islamiche per parlare di ciò che abbiamo in comune, riguardo alle nostre fedi e alla vita che condividiamo in questa terra. Durante questi incontri, noi abbiamo assicurato di essere leali all'Iraq, che è la nostra Patria, e di non cercare vendette ma piuttosto di voler vivere in pace con tutti gli iracheni. Purtroppo, nessuna delle loro promesse è diventata realtà”. (G.V.)








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