2016-02-08 17:36:00

Divorziati e risposati, Papa incoraggia progetto di Fossano


Ritrovare il proprio posto nella Chiesa

Sapere di essere stati nei pensieri del Papa, per qualche istante, ci colma di una gioia infinita. Ci dona speranza e dà un senso alla nostra fatica. Ci offre uno stimolo in più per ritrovare il nostro posto in seno alla Chiesa”. Così, le persone separate e divorziate che appartengono al gruppo della diocesi di Fossano “L’Anello perduto”, hanno reagito alla telefonata del Papa al loro coordinatore, il diacono Paolo Tassinari. Francesco l’ha chiamato, a sorpresa, dopo aver ricevuto una lettera firmata da una sessantina di separati e divorziati del gruppo diocesano che chiedevano di essere ricevuti in udienza. Il Papa si è mostrato interessato, ha chiesto informazioni sul progetto fossanese e ha accettato di riceverli presto.

Una Chiesa indifferente o ostile

Nella lettera al vescovo di Roma i partecipanti al progetto della diocesi di Fossano raccontavano di aver conosciuto, in precedenza, un volto della Chiesa indifferente, se non addirittura ostile, rispetto alla loro situazione di fallimento matrimoniale. Ma di aver ritrovato il senso, la gioia e l’entusiasmo, del loro vivere nella comunità ecclesiale, proprio attraverso il gruppo de “L’Anello perduto”. “Una costante delle persone che vivono queste esperienze di fallimento– spiega Paolo Tassinari alla Radio Vaticana – è la sensazione di sentirsi ‘sbagliate’,‘fallite’, indipendentemente dalla vicenda che ha portato a questo triste esito. Dunque si sentono ‘escluse’ dalla comunità cristiana”. 

Formazione e laboratori

“La nostra esperienza è nata da una richiesta dei consigli pastorali diocesani di Cuneo e Fossano, giunta nel lontano 2007. Si sentiva l’esigenza di un accompagnamento dei separati e divorziati rimasti soli, ma anche di quelli che vivono in una nuova unione”. “Il nostro vescovo di allora, mons. Cavallotto, affidò a me e a mia moglie questo progetto – spiega Tassinari – e dopo una prima serata di incontro e lavoro di gruppo, progressivamente, con l’aiuto di teologi e psicologi, è nato un lavoro per dare essenzialmente due contributi alle persone separate o divorziate. Una formazione a largo raggio, sulla cura dei figli, la dottrina della Chiesa, la gestione dei propri sentimenti e un cammino di gruppo attraverso laboratori, per imparare concretamente a ‘reggere’ di fronte a queste situazioni”. “Insieme a mia moglie e a un’altra coppia, con un gruppo di otto coppie ‘nuova unione’, conviventi o sposate solo civilmente, facciamo invece un cammino fatto anche di celebrazioni della parola e preghiera”.

Servono 'esploratori', non 'sentinelle'

Paolo Tassinari racconta di aver imparato molto, come credente, da queste esperienze. “Per riassumere la testimonianza che ho ricevuto da queste persone – spiega il diacono – potrei citare una frase del filosofo Charles Taylor, tratta dal suo libro “A secular age”: ‘La Chiesa avrebbe dovuto essere il luogo in cui gli esseri umani, con tutte le loro sofferenze e i loro itinerari disparati, si riuniscono; e, ovviamente, siamo ancora ben lontani dall'aver raggiunto questo scopo’. Voglio dire che credo di aver imparato che mettersi a servizio come Chiesa, come comunità cristiana, di persone separate o divorziate sole o di coppie in nuova unione, sia davvero fare in modo che la Chiesa sia Chiesa. Fare in modo che la comunità cristiana sia davvero di Cristo. In sintesi, riprendendo le parole del teologo don Duilio Albarello, al recente Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, significa costruire una Chiesa fatta non di ‘sentinelle’, che rimangono dentro la fortezza, ma di ‘esploratori’, che si espongono, si mettono in gioco in prima persona, correndo il rischio di incidentarsi e di sporcarsi le mani”.    








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