Conversione: è questa la chiave di volta per il futuro del Benin, indicata dai vescovi in una lunga lettera pastorale, diffusa in vista delle elezioni presidenziali che si terranno il 28 febbraio prossimo. Intitolata “Sotto lo sguardo di Dio”, la missiva episcopale esorta i fedeli a vincere, con il bene, i numerosi mali che attanagliano il Paese: “il male culturale dell’egocentrismo; il male del denaro, primo flagello sociale e politico; il male del potere, percepito come il potere del male e perpetrato attraverso violazioni delle legge, avidità e autoritarismo; il male della menzogna pubblica e privata; il male di un’amministrazione statale carente; il male sociale della corruzione”.
Appello per la pace sociale
Di qui, il richiamo all’esame di coscienza di ciascuno,
vescovi inclusi, i quali vengono esortati “alla prudenza ed all’imparzialità, soprattutto
in periodo elettorale”. Centrale anche l’invito dei presuli alla “pace sociale” che
non potrà mai essere raggiunta se continuerà ad essere “minacciata dai sentimenti
di ostilità e rivalità dannosa che predominano” tra la popolazione. Ai responsabili
elettorali, in particolare, la Chiesa del Benin chiede “un sussulto morale”, affinché
il voto possa svolgersi “in libertà, con uno spirito patriottico di etica e di equità,
senza mai infrangere il Codice elettorale”. Quanto a coloro che “deliberatamente e
senza scrupoli” si preparano ad effettuare brogli, “manipolando il meccanismo di voto
o falsificando gli scrutini”, i vescovi affermano: “Dio vi guarda”, esortandoli quindi
“ad una conversione dei cuori e delle coscienze”.
Praticare la misericordia anche in politica
Per il bene del Paese, i fedeli vengono incoraggiati
a guardare alle prossime elezioni “con fede e speranza, senza lasciarsi prendere dall’angoscia
e dalla paura”. In quest’ottica, l’attuale Giubileo straordinario si presenta come
“un tempo di grazia particolare che dispone l’uomo a sperimentare la misericordia
divina”. Di qui, il forte appello dei vescovi all’onestà perché - scrivono - “la politica
è un ambiente che porta spesso a posizioni nette, critiche radicali, parole estreme
che suscitano rancore e violenza. Per questo, sono necessari conversione e perdono”.
I cristiani siano artigiani della pace
“Il periodo della campagna elettorale - si legge ancora
nella lettera pastorale - è spesso marcato da scontri e violenze tra i sostenitori
dei diversi candidati”. I fedeli, allora, in quanto “discepoli di Cristo” sono invitati
ad “agire e reagire come artigiani della pace”. Per questo, i presuli del Benin raccomandano
ai sacerdoti di incentrare le loro omelie sulla tolleranza e la riconciliazione “evitando
assolutamente di schierarsi per un candidato o per l’altro”, ma anzi offrendo le Messe
del periodo elettorale “per l’unità del Paese”.
Capacità di ascolto e rispetto del sacro, qualità necessarie a un presidente
Infine, affidando il Paese alla Vergine Maria, i presuli
suggeriscono ai fedeli di valutare i candidati alla corsa presidenziale in base ad
alcune qualità: rispetto del sacro; senso di responsabilità; capacità di ascolto;
buona gestione sociale; preparazione politica solida; competenza professionale; amor
di patria; spirito di giustizia e pace. Da ricordare che nei giorni scorsi i vescovi
hanno indetto una giornata di preghiera per invocare votazioni presidenziali trasparenti
ed un sereno svolgimento della campagna elettorale. (I.P.)
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