2016-02-05 13:11:00

Ouellet: sacerdozio e celibato non sono un dogma ma un dono


“La Chiesa non ha mai legato sacerdozio e celibato sul piano dogmatico”, ma ha riconosciuto il valore profondo di questo legame. Lo ha detto il prefetto della Congregazione dei Vescovi, il cardinale Marc Ouellet, durante il convegno “Il celibato sacerdotale, un cammino di libertà”, in corso all’università Gregoriana di Roma. Dopo quella che il porporato ha definito una “caduta vertiginosa di credibilità”, dovuta agli scandali della pedofilia, il tema del convegno diventa quanto mai importante, come ha spiegato al microfono di Eugenio Murrali:

R. – La Chiesa ha bisogno di rinnovare la sua testimonianza d’amore a Cristo e questa deve essere data anzitutto da quelli che sono chiamati a seguirlo da vicino e a proclamare la Parola. Quindi, è la Parola che fa sorgere il Regno di Dio nei cuori, cioè la fede. Quando la Parola è accompagnata dalla testimonianza di una vita tutta consacrata a Cristo ha un effetto più profondo. E il celibato dà questa testimonianza, soprattutto quando è ben vissuto, cioè nella preghiera, nell’unione a Cristo, nella coerenza anche della vita.

D. – La Chiesa latina e la Chiesa orientale, lei ha parlato di questo anche nel suo discorso. Come possiamo conciliare le due visioni?

R. – Sì, questo si può conciliare molto bene. C’è una tradizione di preti sposati nella Chiesa orientale cattolica che ci dice che non è perché il matrimonio è impuro che i preti non possono sposarsi. D’altronde, però, bisogna riconoscere che la scelta di rinunciare al matrimonio per essere tutti di Cristo, anche nello stile di vita identico al suo, è un valore irrinunciabile per la Chiesa cattolica latina, che ha questa lunga tradizione e che dovrebbe conservarla.

D. – La tradizione non è quindi un ripetersi sempre uguale delle cose, ma c’è un senso più profondo?

R. – Quando uno pensa alla “tradizione”, deve pensare allo Spirito Santo che spinge avanti la Chiesa, come dice il Papa spesso. E’ lo Spirito Santo che attualmente spinge la Chiesa, che la fa comunicare cioè, in fraternità, con il mistero eucaristico al centro della Chiesa e come suo fondamento. La Chiesa è un mistero nuziale e Cristo è lo sposo che dà il suo corpo eucaristico alla Chiesa. E così, vivere in intimità con la Chiesa è darle propriamente lo spirito d’amore che la Chiesa diffonde nel mondo con la sua testimonianza. Quindi, bisogna vedere questa armonia della vita della Chiesa con al centro delle persone consacrate che vivono dell’Eucaristia, cioè vivono del dono verginale di Cristo, si nutrono di questo dono: le persone consacrate, le famiglie e anche i preti che hanno come responsabilità per ordinazione di rendere presente a tutti questo dono nuziale di Cristo.

D. – Lei ha anche parlato del problema della pedofilia. C’è chi ha messo in rapporto il celibato e la pedofilia. Qual è la risposta che dà la Chiesa a questo?

R. – La risposta è stata data da mons. Anatrella, all’inizio, quando ha detto che non dipende dal celibato, perché la stragrande maggioranza dei problemi di pedofilia viene da maschi che sono anche padri di famiglia. Non è quindi il celibato il problema.








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