2016-02-05 14:40:00

Chiese libanesi preoccupate per discriminazioni confessionali


I vescovi maroniti esprimono la loro inquietudine per lo squilibrio che si sta producendo nell'accesso alle cariche pubbliche e alle risorse finanziarie statali, con discriminazioni silenziose che vedono penalizzati i cristiani. La preoccupazione è emersa nel corso dell'ultimo incontro mensile dell'Assemblea dei vescovi maroniti, riunitisi mercoledì 3 febbraio nella sede patriarcale di Bkerkè, sotto la presidenza del Patriarca Boutros Bechara Rai.

Erosione della presenza cristiana nei ruoli statali
Da anni – denunciano i vescovi – si sta producendo una silenziosa erosione della presenza cristiana nei ruoli statali, a vantaggio delle componenti sciita e sunnita. Di recente, manifestazioni evidenti di questo fenomeno sarebbero avvenute nell'organigramma del ministero delle Finanze. Nel contempo, secondo quanto documentato da recenti inchieste giornalistiche, solo il 27% dei progetti recentemente realizzati dal ministero per le opere pubbliche hanno interessato aree abitate dalla popolazione cristiana.

Le diverse comunità confessionali devono essere “equamente rappresentate”
I vescovi maroniti vedono in tale fenomeno una grave insidia per la convivenza nazionale, e invitano i politici e le istituzioni a rispettare l'articolo 95 della Costituzione, dove è scritto che le diverse comunità confessionali devono essere “equamente rappresentate” nell'amministrazione pubblica”. Nei giorni scorsi, analoghe preoccupazioni erano state manifestate anche dalla Chiesa greco-melchita.

I vescovi auspicano la fine della paralisi istituzionale
Nel comunicato diffuso alla fine dell'Assemblea sinodale maronita, ripreso dall'agenzia Fides, i vescovi maroniti hanno anche valutato positivamente il riavvicinamento di forze politiche maronite finora contrapposte, come le Forze Libanesi e il Movimento Patriottico Libero, auspicando che tale processo favorisca la fine della paralisi istituzionale in cui il Paese si dibatte dal maggio 2014, e si riesca finalmente ad eleggere un nuovo presidente della Repubblica. (G.V.)








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