2016-02-03 14:10:00

S. Egidio: Europa e Usa, nuovi muri per gli immigrati


Chiudere le porte a chi scappa dalla guerra o da situazioni di pericolo non è degno degli ideali che rappresentano le fondamenta dell’integrazione europea. E’ l’amara riflessione del presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, emersa oggi durante una conferenza dal titolo “Migrazioni e integrazione, Stati Uniti ed Italia: due modelli a confronto”. Servizio di Francesca Sabatinelli:

Dagli Stati Uniti sostegno all’Europa, in particolare all’Italia, nella sua difficile sfida dell’integrazione. Portavoce dell’appoggio a stelle e strisce è Richard Stengel, sottosegretario di Stato per la diplomazia e gli affari pubblici nell'amministrazione Obama, ospite della Comunità di Sant’Egidio in un confronto su migrazione e integrazione. Obbligo di ogni democrazia, spiega Stengel, è quello di dare il benvenuto agli immigrati e di accoglierli. E se gli Stati Uniti, aggiunge, oggi sono più “pluralisti” lo si deve agli immigrati, “gente coraggiosa”.

Certo è che in patria però i conti poi si fanno con il muro di Tijuana, il ‘Muro della Vergogna’, che ricopre oltre un terzo del confine tra Messico e Stati Uniti. Nato nel 1994 sotto l’amministrazione Clinton, ad oggi il muro, fatto di barriere metalliche, filo spinato, riflettori, blocca il flusso di clandestini che arrivano da tutta l’America Latina. Sconosciuto il numero esatto delle persone morte nel deserto nel tentativo di entrare negli Usa, si parla di circa seimila dal 1998 ad oggi. A ricordare la loro agonia furono i vescovi della Conferenza episcopale americana, nel 2014, quando visitarono il confine a Nogales, in Arizona, dove celebrarono una Messa.

Oggi i muri si tornano a contare anche in Europa, sempre più arroccata di fronte a chi arriva per disperazione. Il grande flusso di persone generato dalle guerre crea molti interrogativi ai quali non si può rispondere con la chiusura, spiega Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio:

"Ci sono passi fatti dagli Stati Uniti che possono essere molto utili per l’Europa, perché l'Europa, purtroppo, sul tema delle migrazioni, come vediamo anche dalle cronache di questi giorni, non parla con una voce unitaria. Noi non abbiamo in Europa un’Agenzia unitaria per le migrazioni, come invece hanno negli Stati Uniti. Naturalmente, ogni continente ha i suoi pregi e i suoi difetti, e il muro che separa il Messico dagli Stati Uniti, purtroppo, ci fa ricordare l’antica storia triste dei muri che separano i popoli, che credevamo fossero finiti col crollo del muro di Berlino. Oggi ci sono tanti nuovi muri che si stanno creando, e il lavoro che vuole fare la comunità di Sant’Egidio, assieme a tanti suoi interlocutori, è quello di superare la logica dell’emergenza che crea i muri ed entrare nella logica dell’integrazione".

Di qui la nascita di una iniziativa che domani prenderà piena forma, con l’arrivo in Italia di una famiglia siriana per mezzo di corridoi umanitari aperti grazie ad un accordo tra Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e Tavola Valdese. Ancora Impagliazzo:

"Tutte le immagini e le notizie che riceviamo dalla Siria sono purtroppo molto drammatiche. Riceviamo immagini di persone stipate ormai nelle 'No man’s land', nelle zone di confine tra la Siria e il Libano o tra la Siria e la Giordania, che non vedono davanti a loro un futuro. L’iniziativa dei corridoi umanitari vuole sostenere la migrazione di quelle famiglie che, ormai da tempo, vivono in campi profughi, in Libano, e che sono ben conosciute da alcune associazioni italiane, come la Papa Giovanni XXIII, con le quali abbiamo individuato persone che sono in condizioni particolari di vulnerabilità. Domani la prima famiglia di siriani sarà a Roma, anche perché i due bambini con cui viaggeranno – i due figli – hanno gravi problemi di salute. Viene, quindi, completamente rispettato il tema che abbiamo sollevato, di dare i visti umanitari a persone vulnerabili".

Mille le persone che in un anno arriveranno in Italia con visti rilasciati per “motivi umanitari” a spese delle stesse associazioni.








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