2016-02-03 15:07:00

Card Erdő: grati al Papa per il Congresso eucaristico a Budapest


Il Congresso eucaristico internazionale celebrato di recente a Cebu, nelle Filippine, si è concluso con l’annuncio di Papa Francesco che, in un videomessaggio, ha indicato in Budapest la sede del prossimo appuntamento del 2020. Al microfono del responsabile del Programma ungherese della nostra emittente, Laszlo Vertesaljai, il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e Primate d'Ungheria, racconta come sia stata accolta a Cebu questa decisione del Papa:

R. – Prima di tutto già lì, alla Statio Orbis, alla fine della celebrazione, abbiamo seguito il messaggio del Santo Padre. Con la delegazione ungherese abbiamo gridato con gioia “Viva il Santo Padre” e lo abbiamo ringraziato pubblicamente di questa sua splendida decisione. E infatti la delegazione ungherese, che era presente a Cebu, composta da vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli laici, attraverso il legato pontificio, il cardinale Charles Bo, ha già ringraziato personalmente il Santo Padre. Per noi sicuramente l’esperienza fatta nelle Isole Filippine ha mostrato quanta possibilità si nasconda già nella preparazione di un Congresso eucaristico internazionale. Certamente, abbiamo i ricordi del Congresso eucaristico del ’38. Pure in quell’anno infatti abbiamo potuto organizzare il Congresso internazionale dopo il Congresso eucaristico di Manila. Quindi, come se fosse una legge della natura: dopo le Isole Filippine tocca all’Ungheria. Eppure, abbiamo visto che ci sono tante possibilità nuove, tante richieste nuove, nel modo di celebrare il Congresso eucaristico. Abbiamo visto che la Santissima Eucaristia dà ispirazione per l’attenzione verso i poveri, per l’approfondimento della fratellanza fra i popoli, per la sensibilità verso i portatori di handicap. Abbiamo visto anche la luce che l’Eucaristia genera sulla vita delle famiglie. Abbiamo fatto l’esperienza di molti frutti del rinnovamento eucaristico, tra i quali l’attrazione per la gioventù, la massiccia partecipazione dei giovani come volontari nella preparazione del Congresso, che è stata fantastica. Poi l’approfondimento del dialogo interreligioso, tanto attuale in Asia, ma anche in altre parti del mondo, che è d’ispirazione per la missione. Siamo convinti quindi che il prossimo Congresso eucaristico potrà diventare un’occasione di autentico rinnovamento spirituale anche per la nostra Chiesa in Ungheria.

D. – Questa notizia è un dono e una sfida nello stesso tempo. Certamente, tutta la Chiesa in Ungheria si impegnerà con grande gioia e zelo apostolico nella preparazione spirituale e concreta…

R. – Certamente. Per cui tra poco fonderemo una commissione molto grande, con sottocommissioni con compiti speciali, che dovrà preparare il Congresso eucaristico. Dobbiamo programmare anche il contenuto teologico e spirituale e dobbiamo trovare una frase, una citazione biblica, che sia il tema centrale del Congresso. Questo infatti aiuta molto anche nell’organizzazione teologica del programma. Dobbiamo lavorare molto sull’aspetto artistico, sulla musica sacra. Per la Chiesa ungherese, per esempio, rappresenta una grande occasione per adottare finalmente lo spirito del rinnovamento liturgico anche nella musica sacra.

D. – Nel 1939, cioè 78 anni fa, Budapest ha già ospitato, come lei ha menzionato, un Congresso eucaristico internazionale. E’ ancora presente la memoria di questo grande evento?

R. – Sì, molto presente. 50 anni dopo e 70 anni dopo è stato celebrato anche l’anniversario del Congresso eucaristico. Ha lasciato, quindi, un ricordo indimenticabile nella popolazione, non soltanto fra i cattolici. E’ vero che subito dopo il Congresso eucaristico cominciava la guerra, quindi era una data molto significativa, un ultimo tentativo di chiedere ai popoli di conservare la pace. La celebrazione del ’38 aveva infatti questo aspetto.








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