2016-02-02 19:03:00

Siccità in Etiopia. Progetti di promozione dell'agricoltura


In Etiopia si sta consumando la più grave crisi per siccità mai registrata negli ultimi trent'anni. Si parla di emergenza per 10 mln. di persone. Grazie a progetti di sostegno alla produzione agricola la popolazione delle aree rurali riesce a sopravvivere. L'Associazione “Un chicco per Emdibir” (nata nella diocesi di Tortona, in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell'Università Cattolica di Piacenza) trasferisce competenze agroalimentari a giovani e famiglie dei paesi emergenti, perché siano promotori del proprio sviluppo. Giorgio Gotra è un cooperante che sta spendendo alcuni mesi in questo villaggio a 180 km dalla capitale Addis Abeba.

L'iniziativa degli orti condivisi dell'Associazione "Un chicco per Emdibir"

"Stiamo lavorando a degli orti condivisi con quindici donne, che fanno parte di famiglie molto numerose, quindi ci aspettiamo che gli effetti positivi di questo progetto possano presto soddisfare le esigenze dell'intero villaggio. Sono donne tenaci, umili, intraprendenti, non si stancano mai", racconta, spiegando che la zona è tagliata fuori da infrastrutture e tecnologie. "Il nostro progetto mira anche a differenziare la dieta di queste persone giacché l'apporto calorico è scarso. Non vogliamo importare cibi ma sfruttare e potenziare la produzione di colture già esistenti. Le donne lavorano con un teacher locale, perfezionano alcune tecniche che non conoscono, in modo da poter poi replicare nei loro campi". 

Le conseguenze del 'climate change' sui contadini

"I contadini si rendono conto sulla propria pelle che qualcosa di irreversibile nel clima sta cambiando a danno dell’agricoltura", racconta ancora Giorgio. Dall’ultima estate le piogge sono state scarsissime e non costanti come gli anni scorsi. Nelle ultime settimane ci sono state sì piogge, ma non preannunciate, troppo brevi, per cui l'acqua non viene trattenuta dal terreno e c’è il rischio che si brucino le colture. Hanno messo in seria difficoltà il raccolto del tess, uno degli alimenti principali, il pane per moltissime famiglie etiopi. Si percepisce un po' di rassegnazione tra la gente che non sa bene cosa succederà." Fuggono dalle campagne?. "C'è una migrazione verso le città, dove però si sperimenta una povertà urbana dieci volte peggiore di quella rurale. Ad Addis Abeba ci sono situazioni di povertà ai limiti dell’immaginabile". 

Come produrre cibo appropriato, sufficiente, sicuro e sostenibile

Giuseppe Bertoni, già direttore Istituto Zootecnica (Università di Piacenza), è coordinatore del progetto “Produzione di cibo appropriato sufficiente, sicuro e sostenibile” (per Italia, India, Congo). "Bisogna sempre tener presente che la cosa importante è studiare una struttura locale che funga da interfaccia e che vada a trasferire in maniera compatibile per questi contadini ciò che è tecnicamente più evoluto ma sempre in maniera estremamente semplificata", spiega, e indica la sfida dell’agricoltura del futuro: garantire un equilibrio tra l’avere adeguate quantità di alimenti salvaguardando al tempo stesso la natura e l’ecosistema. "Questo è possibile in due modi: tornando a metodi tradizionali (biologico, biodinamico), che implicano una maggiore superficie, oppure ricorrendo alla intensificazione sostenibile che suggerisce di usare minori superfici a parità di produttività. Sarebbe auspicabile questa seconda strada sebbene comporti una riduzione della manodopera necessaria. In questo caso bisogna creare un sistema dove anche coloro che fossero costretti a stare fuori dai campi potrebbero trovare un lavoro nell’indotto creato. Se concepita in questi termini - conclude - l’agricoltura può essere considerata un volano per la ripresa economica". 








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