2016-02-02 18:56:00

Il Ppe dice no a una nuova flessibilità per Roma


Le frizioni tra Roma e Bruxelles continuano ad avvertirsi anche in Ghana. Davanti al parlamento del paese africano, dove è in visita, Renzi ha detto “Siamo in un momento in cui l’Europa sembra essere tanto lontana dai valori dei nostri padri, dei padri fondatori che 60 anni fa hanno firmato un trattato per far nascere la Comunità europea”. Oggi nuovo stop alla flessibilità da parte del Ppe. Giampiero Guadagni


Non ci sono ulteriori margini per una maggiore flessibilità a favore dell'Italia. E' ancora il  presidente dei deputati del Partito popolare europeo  Manfred Weber a prendere di mira il premier Renzi che appunto più flessibilità di bilancio chiede a Bruxelles per far fronte ai costi legati alla gestione della crisi dei migranti. Ieri il presidente della Commissione europea Juncker aveva inviato una lettera al premier italiano  confermando la posizione  di Bruxelles sul trattamento riservato ai contributi nazionali per il fondo alla Turchia: 3 miliardi di euro in tutto, 231 milioni dei quali a carico dell'Italia.

Con la precisazione che già da dicembre le spese sostenute dagli Stati Ue per la Turchia non pesano ai fini del deficit. Ma Renzi conferma la linea dura: l'Europa usa due pesi e due misure, anche l'Italia salva vite umane e si terrà dunque gli oltre 3 miliardi di flessibilità. Dal Ghana, dove ha parlato in Parlamento, Renzi oggi aggiunge: se vogliamo risolvere il problema dell'immigrazione serve una strategia di lungo periodo, non polemicucce da quattro soldi. E conclude: è finito il tempo in cui l’Europa ci dice cosa dobbiamo fare, vogliamo lavorare ma non prendiamo lezioncine.
 








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