2016-01-31 14:01:00

A San Pietro la Carovana della pace dell'Azione Cattolica


La pace comincia dalla famiglia e dall’accogliere l’altro. Questo il pensiero comune dei numerosi partecipanti alla Carovana della pace, organizzata  dall’Azione Cattolica di Roma, che questa mattina hanno gioiosamente invaso piazza San Pietro, per ascoltare l’Angelus. Tema dell’iniziativa “La pace viaggia forte!”. Ascoltiamo i loro commenti raccolti da Marina Tomarro

R. – La pace viaggia forte, ma verso l’altro. Vince l’indifferenza e vincendo le indifferenze quotidiane siamo capaci di costruire ponti verso il prossimo.

R. – Cominciando dall’esempio in casa: la pace si costruisce cominciando proprio dal nostro ambiente quotidiano.

D. – In che modo si educano i giovani, i ragazzi, fin da piccoli, alla pace?

R. – Testimoniando il valore da parte dei genitori, innanzitutto, e andando incontro all’altro.

R. – Perché tutto quello che c’è intorno ci dimostra che la pace non si può costruire e invece questo non è vero! Se non diamo piccoli segni di speranza, secondo me, è inutile che mettiamo cartelli. Dobbiamo esserci! La presenza è la cosa più importante. Bisogna far vedere che si può stare insieme nella pace vera. Questo…

R. – Loro sono il nostro futuro, sono la nostra speranza. E loro che già vivono l’esperienza di pace, un giorno doneranno pace: sanno come costruirla, sanno come donarla e sanno come viverla nei vari ambienti, in famiglia, nella scuola, nella comunità parrocchiale..

D. – Quanto è importante anche la promozione della pace, partendo proprio dalla famiglia?

R. – La famiglia è importante, perché è anche un luogo di educazione. Quindi, insieme, si cerca di costruire un momento di pace e anche di comunicarlo agli altri, partendo dalla coppia e vincendo anche i conflitti tra genitori e figli.

D. – Ciao! Come ti chiami?

R. – Mi chiamo Emanuele.

D. – E tu?

R. – Tommaso.

D. – Emanuele e Tommaso, cosa vuol dire per voi la pace?

R. – Per me vuol dire – come ci ha insegnato Gesù – perdonare sempre le persone, anche se ci stanno antipatiche o ci fanno i dispetti.

D. – E per te, invece, Tommaso?

R. – Per me è seguire gli insegnamenti di Gesù di amare il prossimo come noi stessi e di eliminare l’indifferenza per avere sempre una vita pacifica.

E ad accompagnare i ragazzi c’era anche il vescovo Mansueto Bianchi assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica Italiana. Ascoltiamo il suo commento:

R.- E’ importante, perché la pace è il clima in cui una persona – un uomo e una donna – diviene tale e in cui può prendere in mano la vita. E’ la condizione elementare perché uno possa crescere e possa avere la gioia di esserci e di vivere. Poi la pace è anche il clima che permette il dialogo delle civiltà, l’ascolto delle ragioni altrui. Insomma, permette di essere uomini e di essere umanità.

D. – Papa Francesco invita spesso alla pace partendo proprio dalla famiglia. Allora in che modo rispondere a questa sua esortazione?

R. – Credo che la famiglia sia la culla della pace, perché la pace non è una questione di strategie e di accordi: la pace è prima di tutto un gesto di accoglienza dell’altro e di dono all’altro e quindi un’espressione di amore. E la famiglia è la culla di questo, la famiglia è l’ambiente vitale in cui uno è amato e, essendo amato, impara ad amare.








All the contents on this site are copyrighted ©.