2016-01-30 13:00:00

Virus Zika. L'esperto: attenzione a modificazioni fatte dall'uomo


Non accenna a diminuire l’allarme per la veloce diffusione dell’infezione legata al virus Zika, che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nelle Americhe “si sta diffondendo in maniera esplosiva”, tanto che nel prossimo futuro sono attesi fino a 3-4 milioni di casi. Ne hanno parlato telefonicamente il presidente statunitense, Barack Obama, e il capo di Stato del Brasile, Dilma Rousseff, trovandosi d’accordo nell’accelerare “lo sviluppo di vaccini migliori e di altre tecnologie per controllare il virus”, sospettato di essere collegato alla comparsa proprio in Brasile di oltre 4 mila casi di microcefalia fetale. Lunedì si rimunirà a Ginevra il Comitato di emergenza dell'Oms. Giada Aquilino ne ha parlato con Carlo Federico Perno, docente di Virologia all’Università Roma Tor Vergata:

R. – Non è un virus nuovo: è un virus che c’è sempre stato e che è diffuso attraverso la puntura di una zanzara. Un po’ come tutti i virus di questa classe, che normalmente non hanno trasmissione da persona a persona, ma sono trasmissioni che passano attraverso la zanzara “Aedes aegypti”, che è presente normalmente in Brasile e in tutta la fascia equatoriale. È un virus normalmente non particolarmente grave per la persona adulta, in quanto dà una sintomatologia generale che si potrebbe definire simil-influenzale: un po’ di malessere, febbre, cefalea, comunque benigna. Il problema è che questa zanzara si sta diffondendo e inevitabilmente si diffonde anche il virus, il numero di casi sta quindi aumentando. Si è inoltre notato che nelle regioni, nelle zone dove si diffonde il virus Zika, c’è stato un aumento di casi di bambini con microcefalia, cioè con un cervello più piccolo: segno evidente di un danno fetale. Allora, in questo momento siamo nella fase in cui constatiamo che, nelle zone dove c’è il virus Zika, c’è un aumento di casi di microcefalia. La questione successiva è se ci sia una correlazione diretta tra la puntura della zanzara, l’inoculo del virus Zika, l’infezione della madre in gravidanza e la presenza di microcefalia nel bambino. Questo non è ancora stato accertato.

D. – A questo punto, l’Oms come agisce?

R. – L’iter in questo caso è quello di cercare di capire la correlazione di causa-effetto. Prima di tutto, bisogna verificare che cosa sta succedendo. Quindi, ci sono questi casi? Sì. C’è presente la zanzara? Sì. C’è trasmissione da persona a persona? Apparentemente in questo momento ancora no. Il virus si trasmette esclusivamente attraverso la zanzara, un po’ come la malaria. Quindi l’Oms adesso deve fare l’ultimo passaggio – un passaggio fondamentale – capire cioè se c’è una correlazione tra la puntura della zanzara, l’infezione della donna in gravidanza e la comparsa del virus Zika. Un po’ come accade nelle donne in gravidanza che, infettatesi con la rosolia, malattia di per sé benigna, possono avere malformazioni del feto.

D. – Soprattutto negli Stati Uniti si stanno accelerando le ricerche sui vaccini. Normalmente che percorso e che tempi ci sono?

R. – Tempi lunghi. Normalmente dal momento in cui si decide di farlo, al momento in cui se ne dimostra l’efficacia, fino al momento nel quale viene distribuito alla popolazione, passano anni. Quindi è difficile che si possa pensare a una vaccinazione a breve termine.

D. – L’ultima volta che l’Oms dichiarò un’emergenza sanitaria mondiale fu nel 2014 per l’Ebola in Africa occidentale, tra l’altro da poco terminata. Adesso, dopo qualche settimana, questo nuovo allarme. È normale che si passi da un’emergenza all’altra in così poco tempo?

R. – No, non è normale. Ci sono due fattori che però vanno considerati. Il primo è che siamo più attenti: oggi c’è un sistema di controllo a livello del territorio, e parlo del mondo intero, molto più attento rispetto al passato. Queste epidemie, anche pandemie come quelle influenzali, vengono registrate con maggiore attenzione. Non è che prima non c’erano: è che adesso ce ne rendiamo conto con maggiore attenzione. Ma è evidente che qualcosa sta cambiando: i movimenti delle popolazioni; c’è da chiedersi se pure i cambiamenti climatici possano incidere, perché le zanzare chiaramente seguono i percorsi climatici. Non dimentichiamo che in Italia è tornata quella zanzara che dà il virus Chikungunya, che prima non c’era. È chiaro che qualcosa sta avvenendo, per cui queste emergenze sembrano più frequenti rispetto al passato. Serve fare molta attenzione, perché l’uomo può fare belle cose, ma anche molti danni, quando per esempio modifica il clima, cambia la temperatura... La natura ne risente e anche le malattie possono mutare.

D.  – Accortezze particolari per chi viaggia?

R. – È stata fatta una raccomandazione per le donne in gravidanza, di non andare in zone infettate dal virus Zika o, per meglio dire, infestate dalla zanzara che porta il virus Zika. Credo che in questo momento sia la procedura più attenta. Le zone del virus Zika sono anche quelle della malaria. Quindi tutte le prevenzioni che si usano per la malaria sono quelle che si usano per il virus Zika, anche se il virus Zika e il plasmodio della malaria non hanno niente a che fare tra loro, ma entrambi sono trasmessi da zanzare. La prevenzione dalla puntura delle zanzare è l’elemento fondamentale. Non ci sono però di principio controindicazioni a viaggiare in quelle zone, perché la patologia non è grave per l’adulto sano.








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