2016-01-30 15:09:00

Ennio Morricone si racconta ai microfoni della Radio Vaticana


Ennio Morricone, che ha attraversato la storia del cinema e della musica, ha affrontato una nuova sfida scrivendo la colonna sonora dell’ultimo film di Quentin Tarantino “The Hateful Eight”, nelle sale italiane dal 4 febbraio. Con questo nuovo lavoro il Maestro ha recentemente vinto il Golden Globe ed è tra i favoriti nella corsa all’Oscar, che lo vede candidato per la sesta volta. Il servizio di Luca Pellegrini:

Alcuni tra i più grandi film nella storia del cinema lo sono diventati anche perché la musica li ha resi dei capolavori. Ennio Morricone a ottantasette anni, tra ricordi e passione, continua a leggere sceneggiature e mettere mano allo spartito, dedicandosi con inesauribile e giovanile entusiasmo, e molta umiltà, alla colonna sonora. L’ultima delle quali è una grande composizione di quasi mezz’ora che gli ha richiesto Quentin Tarantino per il suo ultimo film, “The Hateful Eight”, una sorta di western cameristico – omaggio a un genere assai amato dal regista americano – ambientato qualche anno dopo la fine della Guerra civile e girato tutto all’interno di un emporio circondato da una bufera di neve in cui otto personaggi si eliminano con inganno e ferocia. Morricone ha lavorato al film volendo imprimere il suo personale stile, ma senza alcun riferimento alle sue storiche collaborazioni con Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci. Come confessa ai nostri microfoni:

R. - Spero che si scorga lo stile e la personalità mia. Io per Tarantino, dovendo fare dopo tanti anni un film western, dovevo tagliare di netto con il passato musicale di Leone: quindi ho tagliato proprio qualsiasi provenienza della mia idea musicale per un film che loro dicono essere western, ma che per me non è western… E’ un film d’avventura, sulla neve, collocato perfettamente in una condizione storica, post-guerra di secessione. Quindi mi è parso proprio di fare un film completamente diverso, rispetto ai film che io ho fatto ed era tanto più necessario perché, parlando col regista, lui è rimasto muto: nel senso che mi ha lasciato fare ciò che volevo. Lui è venuto a Praga quando ho registrato, gli piaceva la musica quando l’ha sentita ed era abbastanza contento. Lì sono rimasto abbastanza contento anche io quando ho visto il film: mi è piaciuto moltissimo!

D. - Maestro, lei ha sempre scelto generi e registi con molta attenzione, avendo ben presente l’importanza di una colonna sonora. Lo ha fatto anche questa volta con Tarantino...

R. - Quando accetto un incarico sono preoccupatissimo, perché è una responsabilità! Quindi, quando ho visto il film, sono rimasto molto contento del film. Lo ritengo un importante regista, con grande tecnica e anche fantasia… Ci sono un po’ di botte, ma che possono fare un po’ di botte? Comincia il film e l’attrice ha già un occhio nero...

D. - Per il film di Tarantino che cosa ha scritto esattamente? 

R. - Io ho scritto quattro pezzi per il film, quattro prezzi più uno brevissimo di trenta secondi, un grande crescendo… Gli altri pezzi sono praticamente una sinfonia.

D. - Per questa musica lei ha vinto il suo terzo Golden Globe, ultimo di una serie di riconoscimenti internazionali nella sua lunga carriera...

R. - Cosa ho pensato? Ho pensato di aver preso questo Premio e… basta. Non è che uno si monta la testa. Questo mestiere è fatto di preoccupazioni, potete immaginarlo… Quando io accetto un film, anche quando ero più giovane, il film deve piacere a me, la musica deve piacere a me, ma deve piacere pure al regista e – guarda caso – deve piacere anche al pubblico, che non deve esserne disturbato… Allora tutti questi problemi sono problemi che angosciano: quindi quando accetto un film è una responsabilità.

D. - Corre anche all’Oscar per la migliore colonna sonora, dopo quello alla carriera ricevuto nel 2007 e le cinque candidature, tra cui “Mission”. Quella volta la statuetta d’oro le fu proprio sottratta. Come vive questa nuova corsa che terminerà la sera del 28 febbraio a Los Angeles?  

R. - Ma io ne ho preso già una… Se arriva, arriva; se non arriva, non arriva… Non è che non ci tengo: mi piace! Vado pure a Los Angeles… Mi piace! Ma se non me lo danno, mica lo posso strappare a chi lo prende!








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