2016-01-29 16:18:00

Ilva e Eni : politica e Istituzioni non aiutano il mondo del lavoro


Chiesa e mondo del lavoro 

In Puglia e Sicilia, la Chiesa conferma la propria vicinanza ai lavoratori dell'Ilva di Taranto e del petrolchimico dell'Eni a Gela che vivono un disagio preoccupante con il rischio di perdere il lavoro. "Una scelta, spiegano mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, e mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, "che va oltre il senso del dovere perchè strettamente evangelico", e riflette l'impegno con il mondo del lavoro, di Papa Francesco. "Il lavoro è elemento primario per la dignità umana"

La vendita dell'ILVA di Taranto

"La vendita dell'Ilva di Taranto, spiega l'arcivescovo mons. Santoro, è un fatto positivo. L'Ilva non è un problema locale ma nazionale". "Restano, però, le nostre attenzioni per l'incertezza del futuro. Le esigenze di salvaguardare il livello occupazionale e retributivo e soprattutto che sia difesa la salute e la vita, restano intatte". "Se questi punti  di riferimento, che sono fondamentali e che anche Papa Francesco richiama sul tema del lavoro, sono soddisfatti, va bene. Ma bisogna statere attenti a non commettere gli errori del passato. Questa è la nostra preoccupazione principale. Evidentemente rischi e apprensioni ci sono". "Non sappiamo, con la vendita della fabbrica, quale sarà il livello occupazionale. Se però il governo interviene con finanziamenti per rimettere a posto la qualità degli impianti ed abbassare il livello di inquinamento e poi bonificare, questo è positivo. Ma quello che ho sempre richiamato è che ora dalle parole e dalle promesse, conclude mons. Santoro, bisogna passare ai fatti. Non è più tempo di attesa". 

Le promesse non mantenute sul petrolchimico di Gela 

C'è un rimpallo di responsabilità sul futuro dell'Eni a Gela. "Purtroppo, spiega mons. Gisana, vescovo di Piazza Armerina,  la situazione è complessa. Siamo di fronte ad una situazione molta ingarbugliata. Credo che ci sia veramente una sorta di scaricabarile, senza voler dare nessun giudizio". "Colgo un parziale interessamento ma che poi non si concretizza. Vengo a sapere che ora si sta puntando ad un ripristino degli ammortizzatori sociali, ma così non si risolve il problema". "Le famiglie si trovano in grave disagio con le spese da affrontare. C'è davvero un gioco vizioso e non si riesce a capire da dove partire per limitarne i danni. Questa è la situazione". Da una parte, continua il vescovo Gisana a fianco della popolazione di Gela, l'Eni aspetta autorizzazioni governative che non arrivano, con situazioni che hanno compromesso l'ambiente e con accuse reciproche. "Ma chi ci va di mezzo sono i poveri. E ciò è insostenibile. C'è, infatti, un protocollo d'intesa che prevede la riconversione della fabbrica Eni di Gela per l'energia pulita, ma non si può partirte con questa trasformazione del petrolchimico perchè si aspettano le autorizzazioni che non arrivano: sembrano bloccate al Ministero dell'Ambiente nel disinteresse da parte del governo regionale che, secondo i sindacati, sembra aver alzato le mani". "Vorrei che si arrivasse ad un punto per cui, chi deve decidere, sia un po' meno egoista e pensi alle cinquemila persone che nel giro di poco termpo si possono trovare in situazioni difficili. C'è poi un sistema mafioso che, in parte, alimenta questo disagio". 

 

 








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