2016-01-28 13:36:00

Palazzani: Papa ci aiuta a riflettere su questioni bioetiche


Nell’udienza al Comitato nazionale di bioetica, Papa Francesco ha messo l’accento sull’impegnativo compito sostenuto da questo questo organismo su questioni molto delicate, dall'eutanasia alla maternità surrogata alla selezione genetica. Davide Dionisi ne ha intervistato la vicepresidente, la prof.ssa Laura Palazzani:

R. – Ci sono moltissimi temi attualmente all’ordine del giorno. Prevalentemente legata al tema dell’unione civile, è ritornata la quesitone della maternità surrogata. A marzo ci sarà la discussione di un progetto di legge sull’eutanasia. Sono questi i due temi veramente caldi su cui la politica sta tornando a riproporre l’attenzione nell’ambito della bioetica. Ma ci sono tanti temi che non sono stati ancora approfonditi adeguatamente. Ad esempio, la questione della regolazione della fecondazione eterologa è rimasta ancora altamente problematica dopo il recente intervento della Corte costituzionale e anche la questione della selezione genetica per quanto riguarda le questioni inizio vita. Il Comitato nazionale ha recentemente elaborato vari pareri proprio per richiamare l’attenzione del governo su alcune questioni che noi riteniamo fondamentali, anche dal punto di vista della politica o della biopolitica.

D. – Nello svolgere la vostra missione, come tenere conto del pluralismo che caratterizza la nostra società sotto il profilo ideologico-religioso, sia con riguardo ai diversi approcci educativi e giuridici?

R. – Il nostro metodo di lavoro è proprio il pluralismo. Ci sono esperti di diverse discipline, di posizioni etiche diverse, e tutti hanno la possibilità di esprimersi e di argomentare la propria posizione. Lo sforzo che facciamo come Comitato nazionale per la bioetica è di ascoltarci, di capirci e di cercare – forse questa è la parte più impegnativa – di elaborare, anche laddove ci sono delle divergenze, delle posizioni molto diverse da un punto di vista etico. Di lavorare per trovare delle raccomandazioni comuni, perché noi comunque ci rivolgiamo al legislatore e dobbiamo cercare di dare a quest’ultimo delle chiavi – chiamiamole “etiche minime”, come oggi va un po’ di moda – per dare degli orientamenti comuni. Adesso, dobbiamo dedicarci molto alle questioni interreligiose.

D. – Una della vostre sfide principali è quella di stimolare un dibattito o, meglio, una riflessione pubblica su determinati temi. Come valuta il lavoro svolto fin qui  dal Comitato?

R. – Noi ci dedichiamo molto a questo, perché il nostro compito non è solo rivolgerci al governo, al parlamento in vista di una regolazione di queste problematiche, ma anche rivolgerci alla società che deve essere adeguatamente informata dei problemi nuovi emergenti. Infatti, alcuni pareri sono proprio dedicati all’informazione. Noi organizziamo ogni anno – ormai da più di dieci anni – conferenze per le scuole dove abbiamo creato una rete di contatti proprio per rivolgerci ai ragazzi giovani, che sono appunto le generazioni future che devono prendere coscienza di questi problemi emergenti. Poi, organizziamo degli incontri anche con gli universitari e con la cittadinanza. L’anno scorso a Trento abbiamo organizzato il nostro primo Convegno aperto alla cittadinanza, perché riteniamo che siano temi su cui ognuno di noi, come componente del Comitato, intenda aprirsi al dialogo con tutti per poter offrire il proprio contributo.

D. – Che contributo offrono gli appelli di Papa Francesco e quanto secondo lei incidono nel dibattito bioetico?

R. – Devo dire che la lettura dell’ultima Enciclica "Laudato si’", per chi come me è una studiosa di bioetica, è veramente di grandissimo interesse. Tocca moltissimi temi che non riguardano solo il tema ecologico, come si può pensare ad un primo approccio, ma affronta a 360 gradi tantissimi problemi che sono di degrado non solo ecologico, ma sociale e umano, con una particolare attenzione proprio alle condizioni di vita di particolari fragilità e vulnerabilità causate ad esempio dalla malattia, dal disagio socio-economico… Direi che questa Enciclica, per chi studia bioetica, è un punto di riferimento essenziale dal quale attingere in vista dell’elaborazione di pareri futuri.








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