Un forte appello alle autorità per combattere la delinquenza e perché sia garantita la protezione dei cittadini, riassume il messaggio dei vescovi peruviani pubblicato, sabato scorso, al termine della 105.ma Assemblea della Conferenza episcopale. Il documento, intitolato “Riflessioni pastorali di fronte alla insicurezza e per la costruzione della pace nel Paese”, esprime la “enorme preoccupazione” dell’episcopato per l’incremento della violenza generalizzata che si traduce in “furti, aggressioni e uccisioni che avvolgono di dolore e di disperazione le famiglie e tutta la società”.
Azioni concrete e risolutive contro la violenza generalizzata
In una radiografia della grave situazione di insicurezza che si vive nel Paese, i
vescovi descrivono la violenza quotidiana fatta di rapine, di uccisioni, bande di
delinquenti e di sicari che coinvolgono, sempre di più, adolescenti e giovani, quasi
tutti intrappolati nel consumo di droghe e di alcol e in altre dipendenze. Inoltre,
la violenza nelle famiglie, il maltrattamento delle donne, il disprezzo per la dignità
di ogni vita umana, lo sfruttamento dei bambini e la tratta di persone sono - secondo
i vescovi - “segnali inequivocabili di deterioramento morale della vita sociale”.
A criminalità e narcotraffico si somma la corruzione
Il messaggio poi segnala che alla criminalità e al narcotraffico si somma la corruzione.
“Si è visto come nelle passate elezioni – si legge – un importante numero di candidati
erano vincolati al narcotraffico e alla corruzione, eppure, alcuni di loro sono stati
eletti”. In tale contesto, affermano i vescovi, alla inefficacia dimostrata nel combattere
l’insicurezza si somma “il discredito generale dei poteri dello Stato”.
Corruzione e criminalità annientano le persone
Nel messaggio l’episcopato sottolinea che “il connubio tra corruzione, narcotraffico
e insicurezza cittadina genera un circolo vizioso che annienta le persone, viola i
diritti umani, distrugge la natura, debilita le fragili istituzioni sociali e politiche
e frena lo sviluppo integrale di un Paese che vorrebbe appartenere al gruppo di nazioni
che si distinguono per la qualità di vita che offrono alla società”. I vescovi ricordano
poi quanto detto da Papa Francesco circa la corruzione, definita “in se stessa un
processo di morte”, mentre “lavorare per la pace significa lottare contro la corruzione
in tutte le sue forme”. “La maggioranza dei cittadini – affermano i vescovi peruviani
– invoca la pace e chiede ai governanti azioni decisive contro la corruzione e la
violenza”.
Promuovere un’informazione basata su valori etici
“Non siate indifferenti a ogni segno di violenza verbale o fisica, di corruzione o
di disonestà” è l’esortazione dei vescovi a tutti i peruviani, chiamati a collaborare
dal proprio ambito - familiare, lavorativo, religioso, educativo o istituzionale -
nella costruzione della pace. L’episcopato rivolge infine uno speciale appello ai
mezzi di comunicazione per promuovere un’informazione basata su valori etici e non
su “quello che vende” o “quello che piace alla gente”.
Vescovi chiedono più spazio a solidarietà e pace
“No a una comunicazione che esalta la violenza quotidiana e corrompe il cuore e la
dignità delle persone” affermano i vescovi che chiedono più spazio per la solidarietà
e la pace. Infine - ricordando l’appello di Papa Francesco a “riabilitare la politica”-
i vescovi peruviani esortano i politici ad impegnarsi in una “riforma urgente dello
Stato e chiedono una partecipazione etica della cittadinanza”, attraverso tavoli di
dialogo inter istituzionali, per riflettere e agire per la sicurezza, la vita e la
pace nel Perù. (A cura di Alina Tufani)
All the contents on this site are copyrighted ©. |