Un triduo e una solenne celebrazione hanno commemorato la settimana scorsa a Niamey e a Maradi, nel Niger, gli atti vandalici perpetrati un anno fa – il 16 e 17 gennaio - a danno di sette parrocchie durante le manifestazioni contro le caricature del settimanale satirico Charlie Hebdo. “Vogliamo testimoniare la grande speranza che è in noi – recitava la monizione introduttiva della celebrazione eucaristica del 17 gennaio –. Vogliamo anche, meditando questa pagina così provata della storia della nostra Chiesa Famiglia, … attestare il nostro desiderio a lavorare per ristabilire una coabitazione pacifica e fraterna tra musulmani e cristiani”.
Durante le celebrazioni un suggestivo rito penitenziale ricco di simboli
Suggestivo il rito penitenziale durante le Messe, con una processione di tre simboli:
la cenere (simbolo delle chiese saccheggiate e incendiate, ma anche di speranza e
di rinascita della Chiesa stessa da queste), la sabbia (simbolo della terra nigeriana
e dei suoi valori) e il logo del Giubileo della Misericordia (simbolo del perdono
che i cristiani sono chiamati ad offrire a quanti li hanno offesi). Simboli, si legge
sul portale della Chiesa del Niger, volti ad esprimere la ferma volontà della Chiesa
di radicarsi nelle realtà locali e di pregare per l’amore, la tolleranza, la giustizia,
la pace, il perdono e la solidarietà.
Nell’anno della Misericordia l’invito ai cristiani a perdonare
Mons. Ambroise Ouédraogo, vescovo di Maradi, ha esortato i fedeli a perdonare e ad
amare sull’esempio di Gesù, a voler bene ai propri nemici, a pregare per i propri
persecutori e a vivere e testimoniare la misericordia di Dio in questo speciale Anno
Santo. “Facciamo di questo Giubileo un tempo favorevole per tutti – ha aggiunto il
presule – perché guardando alla misericordia di Dio che supera ogni limite umano …
diveniamo a nostra volta testimoni più decisi e più forti di questa misericordia divina”.
Esortazione ad intensificare il dialogo cristiano-islamico
Il vescovo di Maradi ha osservato che l’esperienza del perdono è sempre più rara,
ma che senza la testimonianza del perdono, la vita è infeconda e sterile, quindi ha
esortato i fedeli ad approfondire e rendere più credibile e più efficace nel Niger
il dialogo islamo-cristiano. “Ciò – ha spiegato mons. Ouédraogo – ci chiede di uscire
e di andare incontro ai nostri fratelli e alle nostre sorelle musulmani in uno spirito
di amore, di collaborazione e di ricerca per una vita sociale più fraterna”.
Una pastorale per i giovani che promuova il dialogo islamo-cristiano
Per il presule è necessaria anche una pastorale di accompagnamento per i giovani ed
iniziative per far si che giovani cristiani e musulmani lavorino insieme e collaborino
in iniziative solidali comuni allo scopo di creare legami di amicizia e di fraternità
per la promozione della pace e della giustizia. A sacerdoti, religiosi e religiose,
infine, l’invito a vegliare sui fedeli, ad essere servitori nelle comunità cristiane
e ad aiutare ciascun battezzato a vivere e a testimoniare la propria fede cristiana
nella verità e con amore tra i fratelli e sorelle musulmani. (T.C.)
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