2016-01-25 14:17:00

Compiono 200 anni gli Oblati di Maria Immacolata


Fondata nel 1816 da Sant’Eugenio de Mazenod, la Famiglia oblata compie oggi 200 anni. Come festeggiano questa data, e come vivono il Giubileo della Misericordia, i Missionari Oblati di Maria Immacolata? Natalia La Terza ha parlato con il vicario generale, padre Paolo Archiati:

R. – Nasce dal desiderio di un giovane sacerdote, il fondatore, Eugenio de Mazenod, di rispondere a una situazione che si era venuta a creare dopo la Rivoluzione Francese, una situazione di grave abbandono della fede da parte di tante persone e anche di una mancata risposta dei ministri della Chiesa alle necessità di queste persone. Il fondatore era stato esule in Italia per dieci anni; era rientrato in Francia all’inizio del 1800; dopo poco aveva avuto un’esperienza di conversione davanti al crocifisso; aveva poi deciso di diventare sacerdote e, come giovane sacerdote, tornato ad Aix, sente di dover cercare dei compagni per dare inizio a questa prima comunità, il cui scopo era principalmente la predicazione delle missioni popolari nella Provenza.

D. – Cosa fanno gli Oblati?

R. – Oggi, in seguito all’apertura della Congregazione, alle missioni "ad gentes", sono presenti in 68 Paesi nel mondo, nei cinque continenti. Hanno mantenuto fede al carisma ispiratore del fondatore, che si era sentito scelto da Dio per portare soprattutto ai poveri la buona novella della salvezza, del Vangelo. Oggi siamo 3.800, più o meno.

D. – Come vivono i missionari Oblati di Maria Immacolata il Giubileo della Misericordia?

R. – Questo Giubileo ci interpella particolarmente, perché anche noi come Oblati siamo nati da un’esperienza di misericordia. Il fondatore, Eugenio, un Venerdì Santo, davanti al crocifisso ha fatto l’esperienza profonda di essere un peccatore perdonato.

D. – Come si inserisce il vostro carisma nel Pontificato di Papa Francesco?

R. – Vedendo l’esempio di Papa Francesco, ascoltando la sua parola, ci sembra che ci sia una consonanza profonda, forte anche direi, tra il suo magistero – che non si recita solo a parole, ma anche attraverso degli esempi, con i quali ci invita a prendere sul serio e in maniera più radicale il Vangelo e l’insegnamento di Gesù – e il carisma che il nostro fondatore ci ha lasciato. Certi gesti, certe parole di Papa Francesco ci sembrano a volte proprio una traduzione, nell’oggi della Chiesa e nel mondo in cui viviamo, del carisma di Eugenio.

D. – Come festeggerete il bicentenario oggi a Roma?

R. – Abbiamo una Messa solenne nella parrocchia oblata del Santissimo Crocifisso, in Via Bravetta. E’ soprattutto aperta agli Oblati della Provincia mediterranea, che include Italia e Spagna, e alla famiglia oblata, che include anche il laicato. Da alcuni decenni, infatti, ormai anche tanti laici hanno sentito una consonanza con il carisma di Sant’Eugenio e con la missione di Eugenio e si sentono parte della famiglia oblata.








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