Il Giubileo straordinario della misericordia dona ai fedeli “la possibilità di iniziare una nuova vita”, soprattutto grazie all’indulgenza plenaria che esso comporta: è quanto affermato da mons. Héctor Rubén Aguer, arcivescovo di La Plata, in Argentina, in una riflessione diffusa nei giorni scorsi. “L’Anno Santo – spiega il presule – è un periodo di tempo per ricevere il perdono, ma ci ricorda anche che noi dobbiamo esercitare la misericordia con i nostri fratelli, soprattutto con i nostri fratelli più poveri”.
Occuparsi dei poveri e prendersi cura delle loro
necessità
“Si tratta di un Anno di gioia – continua mons. Aguer
– ma allo stesso tempo è anche un anno penitenziale, un anno in cui possiamo chiedere
a Dio la misericordia”. E a tal proposito, l’arcivescovo di La Plata cita San Cesario
di Arles che diceva: “Ci sono due tipi di misericordia: una umana e terrena, un’altra
celestiale e divina. La prima consiste nell’occuparsi dei poveri, prestando attenzione
alle loro necessità. La seconda è quella impartita da Dio e consiste nel perdono dei
peccati”. “Queste due realtà – sottolinea il presule – sono riunite nel Giubileo”.
Attenzione ai bambini abbandonati ed ai giovani
“né-né”
Quindi, mons. Aguer ribadisce che “i più bisognosi
non sono soltanto i poveri che bussano alla nostra porta per chiedere un po’ di cibo,
ma anche i tanti bambini abbandonati, i tanti giovani ‘né-né’, cioè che né studiano,
né lavorano, i tanti ragazzi dipendenti dall’alcool o dalla droga, le tante famiglie
disgregate”. Per questo “stiamo vivendo il Giubileo – conclude il presule – ed è con
questo spirito che dobbiamo accostarci ad esso”. (I.P.)
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