2016-01-23 09:00:00

Congresso eucaristico a Cebu. Piero Marini: Vangelo del dialogo in Asia


Un’occasione per rilanciare l’evangelizzazione in Asia attraverso il dialogo e l’esperienza di comunione: è ciò che intende essere il 51.mo Congresso Eucaristico Internazionale, in programma a Cebu, nelle Filippine, da questa domenica al 31 gennaio. E’ quanto afferma ai nostri microfoni mons. Piero Marini, presidente del Pontificio Comitato per i Congressi eucaristici internazionali. Il tema scelto per questo Congresso, che segue quello di Dublino del 2012, è “Cristo in voi, speranza della gloria”, tratto dalla lettera di San Paolo ai Colossesi. All’evento sono attesi 10mila partecipanti e 8.500 delegati da 71 Paesi. Tra relatori principali al Congresso figurano i cardinali Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, Timothy Dolan , arcivescovo di New York, John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja in Nigeria, Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay. A rappresentare il Santo Padre ci sarà il cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon (Myanmar). Sul tema di questo Congresso ascoltiamo mons. Piero Marini al microfono di Sergio Centofanti:

R. – Il tema della speranza è il tema centrale di questo Congresso Eucaristico in un continente, fatto soprattutto da giovani, in cui la speranza è un elemento necessario per guardare al futuro.

D. – Il Congresso si tiene nelle Filippine, l’unico Paese asiatico, insieme con Timor Est, a maggioranza cattolica…

R. – Sì, le Filippine sono un’eccezione nell’Asia, che è il continente in cui Cristo è nato, e purtroppo bisogna dire che è il continente in cui il Cristo oggi è ancora meno conosciuto. I cattolici nelle Filippine sono circa 100 milioni, l’80% è cattolico. E quindi le Filippine sono un po’, per noi cattolici, il punto di partenza per l’evangelizzazione dell’Asia. E difatti Cebu è proprio nel cuore delle Filippine. Sappiamo che l’evangelizzazione dell’Asia ha avuto varie fasi: la prima è quella dei missionari assiri – i cosiddetti “caldei” – che sono partiti proprio dalla regione da cui è partito Abramo. La prima evangelizzazione è stata la loro. Si pensi che, verso l’anno 1000, alcune fonti riferiscono che questa Chiesa caldea - che ha raggiunto perfino la Mongolia, l’Indonesia e l’India - aveva più fedeli che non la Chiesa di Roma e Costantinopoli messe insieme. Ma poi, a causa anche dell’uso della lingua siriaca e a causa della mancata inculturazione, questa evangelizzazione nel tempo si è perduta. È stata poi ripresa dai Francescani nel 1200-1300 e poi dai Gesuiti. Nel 1800 poi tante congregazioni hanno continuato questa evangelizzazione delle Filippine. Sappiamo che le Filippine sono state evangelizzate dagli spagnoli, i quali sono arrivati nel 1521 proprio a Cebu: ecco perché si celebra il Congresso Eucaristico a Cebu. Le Filippine sono quindi un esempio in tutta l’Asia di una Chiesa che ha vissuto l’inculturazione, perché questo è il grosso programma che da 30 anni viene portato avanti da tutte le Conferenze episcopali dell’Asia, le quali hanno posto il dialogo come fondamento dell’evangelizzazione. Dialogo perché si tratta di un continente ricco di culture. E – naturalmente – se la fede o se la liturgia non vengono inculturate, poi passano senza lasciare il segno.

D. – In Asia ci sono ancora tanti cristiani che stanno soffrendo…

R. – Sì e uno dei motivi fondamentali di ciò è che ancora oggi – purtroppo – persiste in Asia la visione della Chiesa cattolica come di una Chiesa legata all’Occidente. E quindi questo è un grande ostacolo per l’evangelizzazione. Di qui la necessità di una inculturazione della fede, di dialogare con le altre religioni. L’importante del Congresso Eucaristico è far vedere come l’Eucarestia sia un luogo di riconciliazione e un motivo di pace, in cui tutti si ritrovano figli dello stesso Dio e fratelli tra di loro.

D. – Quali sono i frutti di questi Congressi Eucaristici?

R. – Prima di tutto bisogna sottolineare che i Congressi Eucaristici hanno accompagnato la storia della Chiesa, a partire dalla fine del 1800. Il primo Congresso Eucaristico è stato quello di Lille, in Francia, nel 1881. Allora erano Congressi Eucaristici che sottolineavano soprattutto la visibilità: volevano sottolineare la presenza dei cattolici in un ambiente, come quello dell’800, pieno di governi che erano contro la Chiesa cattolica, e la necessità dei cristiani di farsi vedere: tutta l’attenzione era posta sulla processione eucaristica, quasi un prendere possesso di nuovo delle città. Poi i Congressi eucaristici sono diventati delle occasioni, quando Pio X ha anticipato l’età per ricevere l’Eucarestia, di migliaia di Prime Comunioni da parte dei giovani. Sotto Pio XI c’è stato soprattutto l’aspetto missionario, perché i Congressi eucaristici hanno varcato l’Europa, sono andati in America ecc. Quindi è sempre stato un movimento che ha accompagnato e ha sottolineato la storia della Chiesa, fino al 1960, quando si è celebrato il Congresso di Monaco di Baviera che ha segnato una svolta, sottolineando l’importanza della celebrazione della Eucarestia più che di altri elementi, come quello della processione eucaristica o quello dell’adorazione fuori dalla Messa che fino ad allora avevano sottolineato di più le finalità dei Congressi eucaristici. Quelli che vanno a Cebu, vanno a dare una testimonianza della Chiesa universale a questa Chiesa particolare di Cebu, ma vanno anche a ricevere. A Cebu si troverà una popolazione molto povera: non è una grande metropoli del Primo Mondo. Ma i filippini sono persone che hanno una grande fede, un grande amore per la vita e per la gioia. Io vado volentieri perché i filippini hanno dato una testimonianza in tutto il mondo, e la stanno dando ancora, di lavoro e di fedeltà. Questa è dunque anche un’occasione per ringraziare tutti i filippini sparsi nel mondo per la loro testimonianza di fede e unità alla Chiesa cattolica.








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