2016-01-22 15:10:00

Colombia, Farc: avanza processo di pace, verso firma a marzo


Procede velocemente e in modo positivo, anche secondo il parere dell’Unione delle Nazioni sudamericane, il processo di pace avviato nel 2012 tra il governo colombiano e le Forze armate rivoluzionarie. La firma conclusiva forse il mese prossimo. Intanto, è in corso il rilascio di alcuni guerriglieri in cambio della diminuzione delle violenze. Ricordiamo anche i tanti appelli del Papa per una conclusione positiva delle trattative. Dunque, quale è lo stato attuale degli accordi e quali i dubbi che restano? Gabriella Ceraso lo ha chiesto a Maurizio Stefanini, giornalista esperto di questioni latinoamericane:

R. – Ci sono stati alcuni passi e non solo quelli dei guerriglieri che sono stati fatti questa settimana: è stato constato che effettivamente le Farc avevano cessato il fuoco e come risposta, come gesto di buona volontà unilaterale, è stato concesso l’indulto ai guerriglieri. Ma non c’è stato solo questo, perché già martedì c’era stato un altro passo importante: il governo e la guerriglia delle Farc, insieme, avevano deciso di sollecitare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per supervisionare il processo di disarmo. E poi ancora, domenica, vari rappresentanti delle Farc sono andati sul campo a spiegare i termini di questo accordo e quello che dovranno fare. Quindi, in questa settimana c’è stata una accelerazione rispetto al processo. Adesso, si dice che si dovrebbe arrivare a qualcosa a marzo.

D. – Le questioni principali che sono state già affrontate quali sono?

R. – C’erano cinque punti in discussione, dal punto meno contestato andando via via sui punti più difficili, fino ad arrivare al punto finale: si è fatta una trattativa punto per punto. Il primo punto era stato quello della riforma agraria, il secondo punto, era quello di una reintegrazione dei guerriglieri nella vita politica e civile; il terzo, era quello di una strategia di lotta alla droga, per cui le Farc dovevano rinunciare ai loro collegamenti con i narcotraffici e il governo avrebbe dovuto reimpostare un nuovo tipo di politica basata su incentivi economici per l’abbandono delle narco-colture; il quarto è quello relativo alle vittime del conflitto e quindi necessità di indennizzi, creazione di commissioni…

D. – Invece, per quanto riguarda la consegna delle armi e poi il passo successivo che dovrebbe essere il referendum: sarà questo che chiuderà tutta la trattativa?

R. – Dovrebbe essere firmato l’accordo e poi ci dovrebbe essere un referendum di approvazione dell’accordo. Si parla della firma definitiva a marzo. Si parlava anche di una forma di approvazione da parte della società colombiana, ma il governo ha insistito e insiste sul fatto che sarebbe opportuno fare un referendum.

D. – La supervisione delle Nazioni Unite è importante su questo processo?

R. – E’ importante soprattutto perché gli accordi relativi alla giustizia potrebbero violare accordi internazionali in materia di diritti umani: al di à del discorso del peacekeeping o della garanzia per parti che si sono combattute a lungo e potrebbero non aver fiducia una nell’altra, c’è questo problema di garanzia nei confronti della giustizia internazionale. Anche se il fatto dovrà consistere più nell’indennizzo alle vittime che in una forma di punizione.

D. – Rimane anche la questione del timore delle Farc nei confronti dei paramilitari e delle loro eventuali rivendicazioni?

R. – I paramilitari hanno già fatto un processo in cui hanno ottenuto diverse cose. D’altra parte, non ci sono solo paramilitari. C’è anche il problema che una volta fatto l’accordo con le Farc, c’è anche l’"Ejército de Liberación Nacional" che è un altro esercito di guerriglia e anche con quello bisognerà fare un processo ulteriore. E poi c’è sempre un rischio, perché tutti i processi di pace che ci sono stati in Colombia in passato hanno sempre avuto qualcuno che non li ha accettati e si è messo a costituire nuovi movimenti guerriglieri o è andato in altri. Quindi il rischio è anche che una competente più o meno importante dei combattenti delle Farc non accetti il processo…

D. – Ritiene, comunque, che siamo ad un livello di trattativa avanzato e mai raggiunto fino ad ora dalle parti? E’ dunque positivo il giudizio su questo processo?

R. – In Colombia, sono stati fatti vari accordi di pace con altri movimenti di guerriglia: lo avevano fatto anche con le Farc negli anni Ottanta, ma non funzionò perché non fu rispettato da nessuna. Comunque, in questo momento, esiste – tenendo proprio conto dell’esperienza del passato – un livello di approfondimento e di coinvolgimento internazionale e di studio dei problemi che è molto superiore a quello che c’è stato in passato.








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