Lunedì a Budapest è stato conferito il Premio Wallenberg a Péter Szőke, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Ungheria. Il riconoscimento, conferito dall’Associazione Raoul Wallenberg e dal Ministero delle Risorse Umane, è assegnato ad associazioni civili, comuni, redazioni, scrittori, personalità e comunità ecclesiali che lavorano per gruppi sociali esclusi, contro i pregiudizi, lottano contro idee razziste.
Premio intitolato al diplomatico che salvò ebrei dalla Shoah
La data della consegna ha voluto ricordare il giorno – 17 gennaio 1945 – in cui si
sono perse le tracce di Raoul Wallenberg, diplomatico svedese che a Budapest ha salvato
migliaia di ebrei durante la Shoah. A consegnare il premio è stato il Segretario di
Stato Bence Rétvári. La cerimonia si è svolta al Centro di Commemorazione dell’Olocausto. Negli
anni scorsi, come rappresentanti della Chiesa cattolica, sono stati premiati Géza
Dúl e László Somos, sacerdoti ungheresi che si occupano della pastorale degli zingari;
József Szécsi, segretario del Consiglio Cristiano-Ebraico; padre Tamás Forrai, provinciale
dei gesuiti ungheresi.
Presente alla premiazione il card. Péter Erdő
Quest’anno, oltre a Péter Szőke, sono stati premiati: Éva Antala, pastora calvinista;
Ferenc Mikulás produttore di cartoni animati; Géza Komoróczy, professore di studi
ebraici; András Sipos, ex-presidente dell’Associazione Wallenberg. Péter Szőke è
stato candidato al premio dal card. Péter Erdő, presente alla cerimonia di consegna
dei premi. Il responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Ungheria ha invitato alla
cerimonia anche due amici sopravissuti all’Olocausto, Béla Varga e Éva Fahidi, che
– nonostante l’età avanzata – insieme alla comunità ebraica continuano a testimoniare
ai giovani gli eventi dello sterminio.
Motivazione del Premio: impegno in favore di anziani, giovani e senza tetto
Péter Szőke ha ringraziato il card. Péter Erdő e ha detto che il merito del premio
è da attribuire alla Comunità di Sant’Egidio e agli amici anziani sopravvissuti alla
Shoah, tra cui anche l’ex rabbino capo di Budapest, József Schweitzer, che lo ha introdotto
alla memoria della Shoah e all’amicizia tra cristiani e ebrei. Nella motivazione del
premio a Péter Szőke, il comitato organizzatore ha evidenziato il suo impegno per
i barboni, gli anziani e gli zingari, insieme agli altri volontari della Comunità
di Sant’Egidio, e ancora l’impegno per i giovani (le conferenze tenute nei licei per
far conoscere meglio agli studenti l’olocausto).
Comunità di Sant’Egidio in aiuto dei rifugiati
Il riconoscimento dell’Associazione Wallemberg è stato attribuito a Péter Szőke anche
per l’appoggio offerto per la marcia organizzata in memoria della deportazione degli
ebrei di Pécs, per l’aiuto alle famiglie degli zingari uccisi nella serie di omicidi
compiuta in Ungheria negli anni 2008-2009 e per l’organizzazione, dal 2009, (nella
Giornata della memoria dell’olocausto degli zingari) della commemorazione del Pharrajimos
e dell’omicidio di Kisléta. E’ da ricordare poi che la scorsa estate la Comunità di
Sant’Egidio in Ungheria ha aiutato e accolto diversi rifugiati.
La vita eroica di Raoul Wallenberg
Diplomatico svedese, Raoul Wallenberg, nel 1944, a Budapest si è avvalso del suo status
per salvare dall’Olocausto decine di migliaia di ebrei. La sua azione eroica dimostra
come il coraggio e la capacità di affrontare le situazioni possano permettere di compiere
imprese eccezionali e servire da esempio, incoraggiando a prendere posizione e ad
agire contro le persecuzioni, la xenofobia e l’antisemitismo. In riconoscimento del
suo operato durante la Shoah, lo Stato di Israele ha insignito Wallenberg del titolo
di Giusto tra le nazioni. Gli è anche stato conferito il titolo di cittadino onorario
di Israele, degli Stati Uniti, del Canada e dell’Ungheria. Raoul Wallenberg è stato
arrestato dalle forze sovietiche il 17 gennaio 1945. Da quel momento la sua sorte
resta avvolta nel mistero e si ignora tuttora cosa accadde dopo il suo arresto. (T.C.)
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