2016-01-19 12:43:00

Unità cristiani, il racconto della prima focolarina anglicana


La storia dello sviluppo dei rapporti ecumenici ha visto protagoniste molte realtà ecclesiali. Seguendo la propria specifica vocazione, il Movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich si spende da decenni per l’unità dei cristiani. A testimoniarlo è Lesley Ellison, la prima focolarina anglicana, intervistata da Rosario Tronnolone:

R. – Ho conosciuto il Movimento nel 1966 da un frate francescano anglicano. Quando ho conosciuto i Focolari ero molto colpita da una frase che le focolarine ripetevano spesso: “Bisogna vivere il Vangelo”. Questa è stata una grandissima novità per me, perché quello che ho capito – cercando di vivere il Vangelo – è che la Parola di Dio appartiene a tutti noi, al di là della Chiesa di appartenenza: per cui io vivo Vangelo lo vivo da anglicana, lei lo vive da cattolico, però ci troviamo uniti, uniti nella Parola di Dio. E così ho cominciato a capire l’unità.

D. – Il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno è “Chiamati per annunciare a tutti le opere meravigliose di Dio”. Volevo chiederle proprio un commento sul tema di quest’anno…

R. – Questo viene da Pietro, che vuole far capire ai primi cristiani cosa abbia fatto l’amore di Dio per loro e questo ha portato a tutte queste belle frasi: “stirpe eletta”, “sacerdozio regale”, “nazione santa”, “popolo di Dio”… Allora, questo Popolo di Dio siamo noi cristiani, tutti. Fra di noi ci sono logicamente tante differenze, diversi modi di pensare nelle tradizioni e nelle culture, ma io sento che queste diversità vadano accolte con rispetto, riconoscendo la bellezza di questa grande varietà. E anche questo per me è molto importante, consapevole che l’unità non è l'uniformità. E’ per questo che dobbiamo conoscerci meglio, così possiamo raccontare fra di noi le opere meravigliose del Signore: dopo il nostro proclamare diventa più credibile, perché gli altri ci vedono uniti, ci vedono nell’amore reciproco.

D. – L’unità nasce anche dal perdono delle reciproche offese: noi stiamo vivendo quest’anno proprio il Giubileo della Misericordia. Può essere questa un’occasione particolarmente importante?

R. – Importantissima, secondo me, molto importante. Perché noi, nella nostra esperienza dei Focolari, abbiamo capito che l’unità è un dono di Dio, però arriva solo dove c’è l’amore scambievole, dove si incontra l’altro nel nome di Gesù, che ha promesso di essere fra di noi. Quando Lui è fra di noi, porta con sé l’unità e questa misericordia che dobbiamo avere fra di noi, per noi stessi e per gli altri e questo può creare una nuova cultura fra di noi. Io la chiamo la “cultura della fiducia”, però questa fiducia viene dalla misericordia: prima ci vuole la misericordia.

D. – L’Enciclica “Laudato si’” contiene un appello del Papa ai cristiani delle varie confessioni per la cura del mondo, per la cura della casa comune. Forse questa è una base per poter lavorare insieme?

R.  – Io penso certamente di sì. Abbiamo avuto una bellissima esperienza a Londra, in Inghilterra, con un gruppo di giovani: i nostri giovani vengono da varie chiese. Cercando di fare qualcosa insieme, hanno conosciuto addirittura un gruppo di musulmani che volevano anche loro lavorare per la cosiddetta “casa comune”. Loro avevano il progetto di creare boschi nuovi: insieme sono andati in questi campi e hanno piantato centinaia di alberi. In un giorno, insieme, una ventina di musulmani e una ventina di cristiani di varie Chiese hanno piantato tutto il bosco nei pressi di Londra. Questa è una cosa molto bella… Io penso ci siano tantissimi progetti di questo genere e certamente dobbiamo realizzarli insieme il più possibile.








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