2016-01-19 14:38:00

Aperto al Gemelli un Centro per le psicopatologie da web


E’ stato presentato ieri, presso il Centro Congressi Europa dell’Università Cattolica di Roma, il Centro pediatrico interdipartimentale per la Psicopatologia da web del Policlinico Gemelli. L’uso sconsiderato della Rete da parte di bambini e adolescenti può causare problemi dell’ambito cognitivo, comportamentale, ma anche prettamente fisico come la vista e le patologie di tipo ortopedico. Eliana Astorri ha intervistato il prof. Federico Tonioni, ricercatore presso l’Istituto di Psicologia e Psichiatrica e responsabile Area delle Dipendenze da sostanze e delle dipendenze comportamentali della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma:

R. – È un’evoluzione naturale di quello che prima era soltanto un ambulatorio. Questo perché apprendendo dall’esperienza abbiamo deciso di dare una visione più intera sia ai sintomi – correlando l’ambulatorio con la pediatria e la neuropsichiatria infantile – che per tutto quello che riguarda l’obesità, la sedentarietà davanti al computer o i disturbi neurocognitivi che potrebbero insorgere. Nello stesso modo, avere una visione più intera della situazione significa pensare alle cause e in questo senso la nostra ricerca procede sempre più verso nuove forme di assenza genitoriale. Infatti, presso la nostra struttura ci sono due ampi gruppi che si occupano esclusivamente di genitori oltre che dei loro figli.

D. – Quanto è vasto il fenomeno della dipendenza dei bambini e dei ragazzi dal web in Italia?

R. – Non ho dati precisi, perché non amo i dati. Quello che possiamo dire è che i nativi digitali hanno la tendenza a stare al computer più tempo possibile, ma questo fa parte non tanto dell’infanzia, quanto dell’adolescenza a livello fisiologico. Quello che è vero è che i genitori mettono i bambini davanti al computer fin da piccoli – ce li mettiamo noi – e dovremmo interrogarci sul motivo: è diminuita l’interazione dal vivo su larga scala tra i bambini e non solo i genitori, ma anche i fratellini, le nonne, le tate… Se una famiglia, se i genitori si fanno sostituire dal computer, ci sono delle conseguenze. Se invece il computer costituisce un elemento di unione, di condivisone, non quando i figli sono adolescenti ovviamente, ma quando sono piccolini, credo che  tante disarmonie potrebbero essere evitate.

D. – La ragazzina di 12 anni di Pordenone che si è gettata dalla finestra perché non ce la faceva più ad andare a scuola e a trovarsi presumibilmente a subire angherie dai suoi coetanei: la polizia sta vagliando i messaggi sui social network. È da capire se il bullismo lo subisse direttamente a scuola o via web. In ogni caso, è una dodicenne che tenta il suicidio, volontà della quale nessuno se ne era accorto né genitori né scuola. Un suo commento…

R. – Questa è la caratteristica delle situazioni più gravi, ovvero quando i ragazzi sentono di non avere lo spazio non solo per andare a scuola e tendono a uscire malvolentieri a ritirarsi socialmente, ma, ancor prima, di non sentire lo spazio di potersi confidare in famiglia, con un insegnante o con un amico. Queste sono le situazioni dove un’azione aggressiva nei confronti di un altro che può essere anche normale per quanto spiacevole nel mondo degli adolescenti, diventa una vera esperienza persecutoria.








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