“Nelle chiese del Burkina Faso i fedeli pregano per la pace” dice all’agenzia Fides padre Oscar Zoungrana, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (Pom) del Paese africano, dove il 15 gennaio un gruppo di terroristi di Al Qaida nel Maghreb Islamico (Aqmi) ha ucciso almeno 29 persone di diversa nazionalità nell’assalto all’hotel Splendid (frequentato soprattutto da funzionari dell’Onu) e al vicino ristorante “Le Cappuccino”.
La popolazione è ancora sotto choc
"È vero che un episodio simile era avvenuto di recente nel Mali, Paese nostro vicino,
e molti dicevano che anche il Burkina Faso poteva essere nel mirino dei terroristi,
ma non ci si aspettava che potesse accadere un attentato così presto” dice a Fides
don Oscar. “Per molti è stata una grande sorpresa, anche perché nel nostro Paese non
era mai accaduto un dramma di queste proporzioni. C’era già stato un attacco ad alcuni
gendarmi alla frontiera con il Mali, ma un assalto di queste proporzioni nella capitale
ci ha colti di sorpresa”.
Lutto nazionale di tre giorni
Il Burkina Faso ha appena concluso un periodo di transizione dopo la cacciata dell’ex
Presidente Blaise Compaoré, culminata con le elezioni del 29 novembre che hanno portato
alla designazione di Roch Marc Christian Kaboré come nuovo Presidente. “Il governo
appena insediato ha tenuto sabato 16 gennaio un Consiglio dei Ministri straordinario
che ha preso alcuni provvedimenti, tra cui quello di indire il lutto nazionale di
tre giorni” riferisce don Oscar.
Rafforzata la collaborazione con le forze francesi e americane
“È stato inoltre prolungato il coprifuoco stabilito nelle ore dell’assalto terroristico,
mentre prosegue l’inchiesta per chiarire come si sono svolti i fatti. Il luogo dell’attentato
è ancora circondato dalle forze di sicurezza per permettere il lavoro degli inquirenti.
Mali e Burkina Faso hanno inoltre deciso di coordinare gli sforzi per lottare contro
i terroristi - afferma padre Zoungrana - mentre è stata rafforzata la collaborazione
con le forze francesi e americane presenti da tempo nel nostro Paese, che hanno condotto
l’assalto finale per liberare gli ostaggi dell’hotel”.
Un gesto per bloccare la cooperazione tra il Burkina e gli altri Paesi
Secondo il sacerdote, l’obiettivo dei terroristi non è tanto quello di destabilizzare
il Paese quanto di “prendere di mira gli stranieri per bloccare la cooperazione tra
i Paesi africani, come il Burkina e il Mali, e l’Europa e le istituzioni internazionali”.
(L.M.)
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