2016-01-16 14:30:00

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella seconda Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo del miracolo dell’acqua cambiata in vino alle nozze di Cana. Maria si accorge che viene a mancare il vino e chiede a Gesù di intervenire.  Gesù le risponde: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Ma Maria dice ai servitori:

«Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

Su questo brano evangelico ascoltiamo un breve commento di don Ezechiele Pasotti:

Il Vangelo di oggi ci invita a nozze, con Maria e Gesù, per partecipare “all’inizio dei segni” che Gesù compie per manifestare la sua gloria e perché anche noi – come gli apostoli – crediamo in lui e pregustiamo la festa di nozze che Gesù, uscito dal Padre, ha portato all’umanità. Alla festa di nozze viene a mancare il vino, e Maria – Madre attenta e premurosa – si fa carico della situazione che rischia di rovinare la festa ed il buon nome della famiglia: “Non hanno vino”, dice a Gesù. E Gesù comanda di riempire d’acqua sei anfore, di attingere e portare il contenuto al maestro di tavola che resta sorpreso della bontà e dell’abbondanza del vino. E’ commovente questa pagina del Vangelo. S. Giovanni Paolo II commentava: “A Cana di Galilea viene mostrato solo un aspetto concreto dell'indigenza umana, apparentemente piccolo e di poca importanza (‘Non hanno più vino’). Ma esso ha un valore simbolico: quell'andare incontro ai bisogni dell'uomo significa, al tempo stesso, introdurli nel raggio della missione messianica e della potenza salvifica di Cristo… Maria si pone tra suo Figlio e gli uomini nella realtà delle loro privazioni, indigenze e sofferenze. Si pone ‘in mezzo’, cioè fa da mediatrice non come un'estranea, ma nella sua posizione di madre, consapevole che come tale può – anzi ‘ha il diritto’ – di far presente al Figlio i bisogni degli uomini…” (Redemptoris Mater, 21). Anche oggi nel mondo, nelle famiglie, nelle nostre comunità cristiane manca il vino, manca la festa, perché manca l’amore. Accogliamo l’invito di Maria a fare “quello che ci dice Lui” perché Gesù possa cambiare la nostra acqua, la nostra incapacità di amare, nel vino nuovo della vera festa, dell’Eucaristia.








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