Sono già 2.264 le firme raggiunte dalla campagna lanciata, in Canada, dalla Conferenza episcopale cattolica e dall’Alleanza evangelica contro l’eutanasia ed il suicidio assistito. Sostenuta anche dai rappresentanti musulmani ed ebrei del Paese, l’iniziativa mira a ottenere ulteriori firme della popolazione, così da presentare al governo una petizione contro i provvedimenti eutanasici. Un anno fa, infatti, la Corte suprema del Canada ha dichiarato incostituzionale la legge che vieta la possibilità di ricorrere al suicidio medicalmente assistito e ha lasciato un anno di tempo all’esecutivo per modificare la normativa attuale, aprendo così all’eutanasia. L’anno di tempo si concluderà a febbraio.
Ogni vita umana è sacra, inviolabile, ha pari dignità
Di qui, l’iniziativa di cattolici ed evangelici che
già nei mesi scorsi hanno diffuso una dichiarazione comune. In essa, si sottolinea
come “il suicidio assistito e l’eutanasia tocchino la stessa l’essenza umana, il senso
della vita ed il dovere di aiutarci gli uni con gli altri”, sollevando “problemi sociali,
morali, legali, teologici e filosofici”. Ribadendo, quindi, “il carattere sacro di
ogni vita umana e la pari e inviolabile dignità di ogni persona”, “un principio fondamentale
della società”, i firmatari esortano alla “promozione collettiva della vita e alla
tutela delle persone più vulnerabili”.
L’importanza delle cure palliative
Di fronte, poi, “a una tendenza inquietante a definire
la dignità umana in modo soggettivo ed emotivo”, cattolici ed evangelici sottolineano
come essa invece designi “il valore della vita della persona davanti al Creatore e
nel contesto delle relazioni familiari e sociali”. Per questo, i firmatari evidenziano
nettamente la differenza tra eutanasia, suicidio assistito, cure palliative e rifiuto
dell’accanimento terapeutico: nei primi due casi, infatti, si tratta di azioni che
“pongono fine alla vita umana in modo deliberato e intenzionale”. Le cure palliative,
invece, mirano ad “alleviare la sofferenza umana in tutte le sue forme”, mentre rifiutare
l’accanimento terapeutico significa semplicemente “lasciare che la morte arrivi in
modo naturale”.
Medici sono formati per guarire il malato, non per ucciderlo
L’eutanasia e il suicidio assistito, dunque, “trattano
la vita delle persone svantaggiate, malate, disabili o moribonde come se valesse meno
di quella degli altri e un tale messaggio contraddice il rispetto e la pari dignità
che hanno tutti i nostri fratelli e sorelle più vulnerabili”. Per questo, cattolici
ed evangelici chiedono che “il sistema sanitario continui a promuovere un’etica di
tutela della vita”, perché “i medici e i professionisti del settore sono formati per
aiutare i malati a guarire e a migliorare la loro qualità di vita, non per somministrare
la morte”.
Rilanciare la solidarietà umana, promuovere il diritto alla vita
L’appello ai legislatori, quindi, è a “difendere le
leggi che rilancino la solidarietà umana, promuovendo il diritto alla vita e alla
sicurezza per ogni persona, a rendere accessibili in tutto il Canada le cure domiciliari
e palliative a mettere in atto politiche che assicurino il rispetto della libertà
di coscienza per tutti gli operatori sanitari che non vogliono, né possono vedere
nel suicidio assistito e nell’eutanasia una soluzione medica al dolore ed alla sofferenza”.
La forza morale dell’umanità si basa su solidarietà e comunione
“La forza morale dell’umanità – conclude la dichiarazione
congiunta – si basa sulla solidarietà e la comunione. Sono l’attenzione alla persona
e le cure palliative, e non il suicidio assistito e l’eutanasia, che rispettano al
meglio il valore della persona umana”, e permettono alle persone di “morire con dignità”,
circondate “dall’amore e dalla sollecitudine”, con “cure olistiche per controllare
il dolore” e il giusto “sostegno psicologico, spirituale ed affettivo”. (I.P.)
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