2016-01-10 06:00:00

Utero in affitto: un'industria contro donne e bambini


Destano sempre più preoccupazione le vicende legate alla pratica dell'utero in affitto. Ad alcuni di questi casi, avvenuti soprattutto negli Stati Uniti, è stato dato risalto, recentemente, anche dalla stampa internazionale. L’ultimo riguarda quello di una donna diventata la madre di sua nipote. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

L'aberrante pratica dell’utero in affitto - legale in diversi Paesi tra cui Stati Uniti, India, Ucraina e Russia - consente di stipulare un contratto che impegna una donna a portare in grembo uno o più figli in cambio di denaro. In laboratorio vengono concepiti embrioni, poi impiantati nel grembo della madre surrogata che li farà crescere per nove mesi. Dopo il parto, non sarà più la loro mamma. Il loro destino è quello di essere venduti a “genitori d’intenzione”, che hanno pagato anche ingenti somme per portare a termine la gestazione. Dagli Stati Uniti, in particolare, arrivano notizie di vicende inquietanti. Sono solo alcune di una triste realtà sempre più diffusa.

Nel Texas una donna madre surrogata e nonna
Nello Stato americano del Texas una donna di 54 anni ha dato alla luce la figlia di sua figlia. Si è offerta come madre surrogata, nonostante fosse da sette anni in menopausa. Ha partorito una bimba di circa 2,8 chilogrammi, sua nipote.

Chiesto aborto selettivo ad una madre surrogata di 3 gemelli
Ha ricevuto ampia eco anche la vicenda di una 47enne californiana incinta di 3 gemelli, concepiti con i gameti di un uomo georgiano e gli ovuli di una donatrice. La madre surrogata, in questo caso, ha respinto la richiesta di aborto selettivo da parte del padre biologico, preoccupato tra l’altro per i rischi legati al parto multiplo. La donna, giunta alla 23.ma settimana di gravidanza, si è rivolta alla Suprema Corte di Los Angeles denunciando la violazione dei diritti garantiti dalla Costituzione.

Morta per complicazioni la prima madre surrogata americana
Sempre negli Stati Uniti una donna, che ha affittato il suo utero per ben tre volte, è morta lo scorso mese di ottobre per complicanze legate alla gravidanza. Portava in grembo due gemelli per conto di una coppia spagnola.

Negli Usa si pagano 150 mila dollari per l’utero in affitto
Nel 2014, negli Stati Uniti, sono nati circa 2 mila bambini da madri surrogate. Sono stati, finora, 81 i genitori che hanno cambiato idea durante la gravidanza. La maternità surrogata è diventata, negli anni, un florido commercio. I costi per una gestazione di questo tipo possono arrivare, negli Stati Uniti, a 150 mila dollari. La madre surrogata riceve tra i 20 mila e i 30 mila dollari.

In India ‘l’industria dell’utero in affitto’ vale due miliardi di dollari l’anno
In molti casi, soprattutto in Paesi in via di sviluppo, è la povertà a spingere giovani donne a decidere di diventare madri surrogate. Solo in India si stima che il commercio legato alla maternità surrogata porti ad un giro di affari di oltre due miliardi di dollari l’anno.

Questi casi sono importanti per comprendere che le possibilità offerte dalla scienza non sempre rispettano l’etica ma rispondono ad esigenze individualistiche. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il genetista Domenico Coviello, membro di “Scienza & Vita” e direttore del Laboratorio di genetica umana dell’ospedale Galliera di Genova:

R. – Questi casi sono importanti per farci riflettere: le tecnologie oggi stanno andando avanti con una velocità impressionante e, soprattutto il cittadino ma a volte anche il medico, non riescono a valutare bene le conseguenze di quello che è stato scoperto. Le scoperte sono importanti, ma è l’uomo che deve giudicare quando applicarle. Come nella fisica, nell’energia nucleare, è l’uomo che deve decidere quello che può essere di beneficio alla comunità più che all’individuo stesso.

D. – Ciò che la scienza rende possibile, non sempre è etico…

R. – Questo è vero, quindi bisogna stare attenti all’utilizzo del termine “scienza”. Noi conosciamo il termine “scienza” come termine positivo: lo scienziato che scopre come la natura funziona per il bene della comunità. Però, purtroppo, quando la scienza e le conoscenze invece vengono utilizzate solo tecnicamente per ciò che è possibile, allora qui veramente diventa cruciale l’essere uomo. E l’essere uomo ci distingue dall’animale proprio per la capacità di capire quali sono le conseguenze di una determinata azione e di poter regolare l’utilizzo di quello che è tecnicamente possibile. In questo momento, l’utilizzo delle tecniche per la riproduzione assistita sicuramente sta andando al di là di quello che può essere il beneficio. Dobbiamo sempre ricordare che il “beneficio” non è mai quello di una singola persona che in quel momento ha un particolare desiderio, ma deve essere di tutti gli interessati: sia del nascituro, sia della comunità, sia della famiglia in generale. In questo momento, la famiglia con queste tecnologie e con altro viene veramente smembrata, ridotta al desiderio del singolo individuo.

D. – Quella della maternità surrogata è diventata una vera e propria industria con un giro di affari di miliardi di dollari ogni anno. Come lo scienziato può porre degli argini etici di fronte ad un simile commercio?

R. – Purtroppo lo scienziato, tecnicamente non ha gli strumenti per andare contro un settore economico così forte. Lo strumento che secondo me ha lo scienziato, è quello dell’educazione del pubblico, dell’educazione della popolazione che va di pari passo con l’educazione in generale. Qui possiamo ricollegarci all’emergenza educativa che è stata sempre ricordata sia da Papa Francesco sia da Papa Benedetto. Questo è il periodo in cui l’emergenza educativa diventa veramente un’esigenza di vita. Come viediamo, la mancanza di educazione anche per quanto riguarda i principi etici, determina poi la libertà delle compagnie che hanno solo scopi commerciali, di poter fare il libero mercato.








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