2016-01-10 08:58:00

Msf: situazione tragica in Siria, a Madaya si muore di fame


Situazione umanitaria gravissima in Siria, nel villaggio di Madaya dove, stando a video e testimonianze degli attivisti locali - in parte confermate dall’Onu - la gente si nutre di foglie, bambini e anziani sono denutriti e forse una quarantina di persone sono già morte di fame. In 42 mila vivrebbero in gravi sofferenze per un assedio militare che dura da luglio. Domani, lunedì 11 gennaio, dovrebbe iniziare la consegna di aiuti umanitari, cibo, medicinali e coperte, stando quanto ha annunciato la Croce Rossa Internazionale; l'ultima volta che si era riusciti a entrare in città era il 17 ottobre. Prevista sempre domani la riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per valutare la situazione analoga nei villaggi di Foua e Kafraya. "Medici senza Frontiere" supporta un ospedale proprio a Madaya, dove ci sono stati almeno 23 decessi tra i pazienti, come racconta al microfono di Gabriella Ceraso, il presidente della ong in Italia, Loris de Filippi.

R. – Erano sicuramente pazienti critici, di varie età quindi sia bambini sia adulti, anziani. In una situazione in cui l’approvvigionamento sia del cibo sia dei farmaci diventa praticamente impossibile conduce questi pazienti a morte certa, perché non è possibile dare cure intensive. Questa è la situazione che si presenta in questo momento in alcune enclave all’interno della Siria. C’è una situazione proprio di collasso …

D. – Di Madaya si dice in questa ore che sia diventata una prigione a cielo aperto: è sotto assedio da luglio … cosa significa per la popolazione?

R. – Qualsiasi enclave assediata diventa una zona molto difficile per quanto riguarda il lavoro, perché una volta che le scorte sono terminate diventa difficilissimo decidere, soprattutto per gli operatori, chi deve vivere e chi – purtroppo – deve essere lasciato al suo destino.

D. – "Medici senza frontiere" supporta questa struttura, che è anche un punto di distribuzione a Madaya da agosto. E’ sempre stata così difficile la situazione, o è peggiorata?

R. – Sicuramente l’assedio ha peggiorato la situazione. Ricorda molto la situazione di Aleppo un anno fa, un anno e mezzo fa, o di altre zone nella parte settentrionale del Paese. Quindi, sono situazioni che si deteriorano … Quello che possiamo osservare adesso è un deterioramento molto importante delle condizioni fisiche delle persone: se non si agisce rapidissimamente, è pensabile che una comunità non possa andare avanti cuocendo le foglie o vivendo di zuppe assolutamente improbabili con un apporto calorico nullo. E’ prevedibile che la situazione peggiori se non ci sarà una chiara volontà di creare un corridoio umanitario nell’immediato, sicuro e non soltanto sulla carta.

D. – Quindi, le richieste sono?

R. – Creare uno spazio adeguato affinché del personale possa entrare, verificare le condizioni o un’evacuazione rapidissima della popolazione in zone di accoglienza.








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