2016-01-08 07:55:00

Libia, strage jihadista in centro reclute, 74 morti e 200 feriti


Giornata di sangue ieri in Libia. Mentre le forze legate al cosiddetto Stato islamico hanno messo sotto pressione la zona petrolifera della Sirte, causando vittime e l’incendio di numerose cisterne petrolifere, un gravissimo attentato ha fatto strage di un’ottantina di poliziotti a Zliten. Manca finora una rivendicazione del gesto, anche se un’agenzia legata all’Is ha parlato di “operazione di martirio”. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Sono le otto del mattino e centinaia di reclute della Guardia costiera libica si affollano davanti all’ingresso nel centro a Zliten – 60 km da Misurata – dove stanno completando il loro addestramento. La strage si consuma in pochi istanti. Un camion imbottito di tritolo, guidato da un kamikaze, si avventa sul gruppo. L’esplosione è terribile e investe in pieno le reclute, molte delle quali restano sotto le macerie del centro: in 74 perdono la vita all’istante o poco dopo in ospedale, altri 200 riportano ferite di varia gravità. Non ci sono rivendicazioni “ufficiali” dell’attentato ma il network di propaganda “Aamaq”, legato allo Stato islamico, definisce il gesto “un’operazione di martirio”. Una condanna “nei termini più duri” viene twittata poco dopo dall’inviato speciale dell'Onu per la Libia, Martin Kobler. La strage di Zliten si inserisce nel quadro di instabilità della zona costiera libica, la cosiddetta “mezzaluna petrolifera” sulla Sirte. Da giorni i jihadisti hanno ingaggiato combattimenti, che hanno portato all’incendio di sette cisterne petrolifere e all’uccisione di alcune guardie. Anche ieri sera un'autobomba è esplosa nei pressi di un checkpoint a Ras Lanuf causando la morte di due soldati e un civile.








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