I vescovi degli Stati Uniti salutano il nuovo pacchetto di misure esecutive decise dal Presidente Barack Obama per cercare di ridurre la violenza causata dalle armi da fuoco nel Paese. L’obiettivo del provvedimento, senza toccare il secondo Emendamento della Costituzione Usa che riconosce il diritto agli americani di possedere armi, è di rendere più difficile il loro acquisto da parte di persone che, ad esempio, hanno disturbi mentali.
Un’iniziativa ragionevole per salvare vite umane
“Se è vero che nessuna misura può eliminare tutti gli atti di violenza commessi con
le armi da fuoco, salutiamo questo sforzo ragionevole di salvare vite umane e rendere
più sicure le nostre comunità”, ha dichiarato mons. Thomas Wenski, presidente del
Comitato per la giustizia nazionale e lo sviluppo umano della Conferenza episcopale
(Usccb). “La nostra speranza – ha aggiunto - è che il Congresso intervenga in maniera
più decisa su questo problema, considerando tutti i suoi vari aspetti”. Per l’arcivescovo
di Miami, oltre a una regolamentazione ragionevole, è anche necessario “un dibattito
sul potenziamento dei servizi sanitari per persone con disturbi mentali, tenendo presente
che la probabilità che un malato psichico commetta un crimine è comunque limitata”.
L’accusa del vescovo di Dallas al Congresso “venduto alla lobby delle armi”
Dello stesso avviso mons. Kevin Farrell, vescovo di Dallas che nel suo blog ha chiamato
in causa le responsabilità del Congresso, accusandolo di “essersi venduto alla lobby
delle armi”. Il presule ha inoltre annunciato che, nonostante la nuova legge che in
Texas permette di andare in giro con la propria pistola senza neanche nasconderla,
le armi non saranno ammesse in tutte proprietà delle diocesi: “Questa politica – scrive
– si basa sulla convinzione che le nostre chiese, scuole e altri luoghi di culto sono
aree sacre dove la gente viene a pregare e a partecipare al ministero della Chiesa”.
La maggioranza dei cattolici favorevole a misure più restrittive sulle
armi
Secondo un’indagine condotta dall’agenzia americana Religion News Service (Rns), nel
2013 il 62% dei cattolici negli Stati Uniti erano a favore di un controllo più rigido
delle armi. Eppure, nonostante ogni anno nel Paese più di 30mila persone vengano uccise
da armi da fuoco, i sondaggi dicono che nell’opinione pubblica americana cresce la
volontà di armarsi dopo ogni strage. Una volontà assecondata dalla politica sensibile
alle pressioni delle lobby delle armi. Basti pensare che pochi mesi dopo la strage
di Newtown, in Connecticut, nel dicembre 2012, in cui rimasero uccise 27 persone,
tra le quali 20 bambini, il Senato a maggioranza repubblicana bocciò la proposta di
legge che avrebbe reso obbligatori i controlli sull’identità dei possibili acquirenti
di armi. (A cura di Lisa Zengarini)
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