2016-01-07 13:15:00

Borse europee in calo. Marseguerra: a rischio esportazioni Ue


Giornata nera per le borse mondiali, dopo il crollo dei mercati finanziari cinesi. Tutti i listini europei hanno perso più un punto percentuale. Milano ha lasciato sul terreno l’1.23%, e Francoforte addirittura è andata oltre il 2%. Male anche gli Usa. Alessandro Guarasci:

Il crollo della borsa di Shangai ieri con un -7% è stato un vero choc. E così le autorità cinesi hanno deciso uno stop al meccanismo di sospensione automatica degli scambi che scatta quando le quotazioni in borsa salgono e scendono troppo velocemente. In mattinata, la Banca centrale cinese si era detta capace di mantenere la moneta, lo yuan "a un livello ragionevole di equilibrio" e di fare fronte "a quelle forze che speculano" e "provano a trarre profitto”. Per tutta la giornata le borse europee hanno viaggiato in terreno negativo e la cosa è stata confermata quando Wall Street ha aperto con un – 1,15%. Abbiamo sentito l’economista Giovanni Marseguerra:

R. – La stessa Banca Mondiale ha ieri rivisto le sue previsioni di crescita per il 2016, e le ha riviste tutte al ribasso; in particolare la crescita mondiale è ora prefigurata al 2,9% soltanto. E tutto ciò in conseguenza al rischio che sta in questo momento coinvolgendo le economie di tutti i Paesi emergenti: il Brasile, la Russia; la stessa Cina è vista con una crescita che per i livelli e i ritmo cinesi  è molto ridotta.

D. – Quanto c’entra, però, un prezzo del petrolio così basso in questo calo dei listini che sta coinvolgendo non solo l’Europa?

R. – Certamente, il prezzo del petrolio così basso è una delle con-cause dello stato di incertezza globale. Il petrolio, ormai, il prezzo del barile sta scendendo al livello minimo di 30 dollari al barile – ormai siamo lì: siamo a 32, 31, in alcuni mercati già siamo sotto i 30. Certamente, dal punto di vista dell’equilibrio geo-politico è un fattore di grande incertezza. D’altro canto, non possiamo dimenticarci che il contesto geo-politico è fortemente caratterizzato da incertezza, perché tra Arabia Saudita e Iran ci sono i contrasti che tutti sappiamo, tra la Russia e la Turchia ci sono i contrasti che tutti sappiamo, l’esperimento nucleare della Corea del Nord certo non semplifica … Quindi, è un contesto geo-politico straordinariamente complicato e foriero di ulteriori aggravamenti. Non dimentichiamo che l’Arabia Saudita e l’Iran sono i pezzi forti dell’Opec, del cartello dei produttori di petrolio.

D. – Lei vede l’Europa in questo momento particolarmente esposta a un rallentamento dell’economia, se la situazione in Cina dovesse ulteriormente precipitare?

R. – I Paesi, le aree economiche sono fortemente interconnesse. In questo momento, le previsioni per l’Europa non sono particolarmente negative, in particolare l’eurozona dovrebbe crescere anche nel 2016 intorno all’1,7%, che per i livelli nostri è un buon livello. Ma non bisogna dimenticare che il mercato asiatico e anche il mercato americano pesano fortemente sulle esportazioni dell’Ue e anche dell’Italia in particolare. Quindi, finora il rialzo del dollaro ha favorito le nostre esportazioni verso gli Stati Uniti. Cosa succederà nel caso di un calo della domanda americana, nel caso di un ulteriore calo della Cina? Sono tutte cose che fanno preoccupare, anche perché da noi i margini di manovra di politica monetaria sono ormai ridotti a zero: con il “quantitative easing” della Bce in piena attività, non ci sono più spazi di manovra dal punto di vista della politica monetaria …








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