Si terrà il 22 gennaio la Marcia per la Vita a Washington, il tradizionale appuntamento dei movimenti e delle organizzazioni pro-life promosso dal 1974, con il sostegno della Conferenza episcopale statunitense (Usccb), per ricordare la storica sentenza con cui nel 1973 la Corte Suprema ha legalizzato l’aborto negli Stati Uniti. Il tema di questa 43.ma edizione sarà “Pro-vita è pro-donna”, a sottolineare - spiega all’agenzia Cns la presidente di "March for Life", Jeanne Monahan-Mancini - che l’aborto non è solo l’uccisione di una vita nascente, ma anche una ferita indelebile per la donna che lo pratica e che la lotta contro l’aborto non è rivolta alle donne.
La Marcia preparata da una speciale Novena di preghiera per la vita
Come ogni anno, la marcia sarà preceduta da una veglia
notturna di preghiera nella Basilica del Santuario nazionale dell’Immacolata Concezione,
che sarà aperta e conclusa da due Messe, e da una celebrazione ecumenica nella Constitution
Hall. È inoltre prevista una manifestazione di giovani e una Messa per la vita promossa
dall’arcidiocesi di Washington. A seguire, nella mattinata del 22 gennaio il corteo
si snoderà con un percorso diverso rispetto agli anni precedenti per confluire nell’area
attorno al monumento a Washington, presso il quale avverrà l’incontro dei partecipanti
con diversi leader politici. Anche quest’anno la manifestazione sarà preparata da
una “Novena di preghiera, pentimento e pellegrinaggio” per la quale è stato scelto
lo slogan: “Le tue preghiere sono importanti, i tuoi sacrifici fanno la differenza”.
La Novena potrà essere seguita tramite app, sms quotidiani e mailing list che ogni
giorno suggeriranno spunti di riflessione e preghiere adatte all’occasione.
Aumentate le adesioni alla Marcia, ma l’opinione pubblica resta pro-aborto
Nel corso degli anni il numero delle adesioni alla
Marcia per la Vita è progressivamente cresciuto fino a toccare, per esempio nel 2010,
circa 300.000 persone. Nonostante questa accresciuta partecipazione, a livello nazionale
il sostegno per la legalizzazione dell’aborto negli USA resta alto. Un recente sondaggio
realizzato dall’Associated Press poco dopo la sparatoria nella clinica per aborti
a Colorado Springs a novembre, indica che il 58 per cento dei cittadini americani
ritiene che l’interruzione volontaria della gravidanza debba essere ammessa in quasi
tutti i casi, registrando un netto aumento rispetto all’inizio del 2015. Un aumento
attribuibile alla reazione emotiva alla strage. (L.Z.)
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