Favorire il dialogo tra le parti politiche e la società civile in vista delle importanti scadenze elettorali del 2016: questo l’impegno della Conferenza episcopale della Repubblica Democratica del Congo (Cenco), ribadito dal suo segretario generale, don Léonard Santedi, al termine dell’incontro tra una delegazione di vescovi congolesi e i rappresentanti della Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni), tenutosi nei giorni scorsi a Kinshasa.
Necessario migliorare il dialogo tra politica e società civile
“I vescovi, in qualità di pastori, hanno avviato alcuni
incontri con gli attori politici e della società civile per vedere insieme quello
che occorre fare per migliorare la situazione, in primo luogo per quel che concerne
il dialogo”, ha detto don Santedi, citato dall’agenzia Fides. Dal suo canto, il presidente
della Ceni, Corneille Nangaa Yobeluo, ha sottolineato di aver terminato la valutazione
del processo elettorale, ma che la pubblicazione del calendario delle votazioni è
ancora condizionata dall’approvazione, da parte del parlamento, della legge elettorale
e di altri provvedimenti legislativi, come quello relativo al voto della diaspora
congolese all’estero.
Occorre un nuovo calendario elettorale
“Abbiamo bisogno di pubblicare un nuovo calendario
elettorale. Ma vogliamo garanzie che esso venga poi rispettato. Inoltre – ha aggiunto
il presidente della Ceni – tale scadenzario deve essere consensuale e realistico”.
“La Commissione elettorale – gli ha fatto eco don Santedi – ci ha assicurato che farà
di tutto dal punto di vista tecnico, anche se non tutto dipende da essa”, perché alcune
decisioni spettano “al governo, al Parlamento, agli attori politici”.
Crisi politica iniziata nel 2011
Nella Repubblica Democratica del Congo, la questione
elettorale è in fase di stallo da diverso tempo dopo che la Corte Costituzionale ha
invalidato il calendario delle elezioni che prevedeva, tra l’altro, le presidenziali
nel novembre 2016. La crisi politica è iniziata nel novembre 2011, dopo la rielezione
del presidente Kabila segnata da sospette frodi alle urne. A gennaio 2015, l’ipotesi
di un terzo mandato, in violazione della Costituzione, ha suscitato forti proteste,
sfociate in scontri con morti e feriti. I disaccordi poi sul calendario elettorale
(elezioni locali, provinciali, legislative e presidenziali) – con una serie di rinvii
– hanno creato un clima di incertezza. Il sospetto è che tali rinvii facciano parte
di una strategia messa in atto dalla maggioranza presidenziale per ottenere un prolungamento
automatico e indeterminato del mandato del presidente. (I.P. – T.C.)
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