2016-01-05 12:13:00

Caritas internationalis: nel 2016 mobilitazione per la pace in Siria


Dodici mesi di campagna per la pace in Siria. A lanciarla, in questi giorni di inizio 2016, è la Caritas internationalis, puntando “a mobilitare milioni di sostenitori in tutto il mondo per chiedere la fine della guerra di cinque anni che ha distrutto la Siria, destabilizzato la regione e causato una delle più grandi crisi di rifugiati dei tempi moderni”.

Primo passo: cessare il fuoco dopo 5 anni di conflitto
In particolare, in una nota diffusa alla stampa, Caritas internationalis chiede di far ripartire i negoziati coinvolgendo tutte le parti in causa. “Il primo passo – si legge nel documento - dovrebbe essere un significativo cessate il fuoco, con impegni concreti assunti da tutte le parti. La pace deve venire dall’interno della regione e non può essere imposta dall’esterno”.

Mons. Audo: “Non vogliamo pane, vogliamo pace”
“Non vogliamo pane, vogliamo pace. Sì, pace come condizione di vita”, chiede dal suo canto il vescovo di Aleppo e presidente di Caritas Siria, mons. Antoine Audo, citato dall’agenzia Sir. “I leader mondiali – precisa il presule – devono riconoscere che non c’è una soluzione militare per la Siria, ma solo una soluzione politica. La comunità internazionale deve sostenere i colloqui di pace verso la costruzione di un governo di unità nazionale che venga dall’interno della nazione”, e al tempo stesso “cessare la fornitura di armi”.

Paese saccheggiato nella sua bellezza
“Tutti possiamo contribuire al raggiungimento della pace – sottolinea ancora mons. Audo - Innanzitutto, dobbiamo desiderarla sinceramente e credere profondamente che essa è possibile. E per farlo, dobbiamo ascoltare il popolo siriano che vuole vivere pacificamente”. In questi cinque anni, lamenta poi il vescovo di Aleppo, il Paese è stato “saccheggiato della sua bellezza” e ora è una nazione “povera”. “Abbiamo perso i nostri medici, ingegneri, dirigenti industriali, la nostra comunità imprenditoriale, i laureati e la forza lavoro qualificata. Ognuno è diventato povero, sia materialmente sia moralmente a causa della violenza e dell’estremismo religioso”.

Ritrovare la forza e la fiducia nel futuro
Ma “la Siria non può essere descritta solo dai cinque anni di guerra, quanto piuttosto dai tremila anni di civiltà, di convivenza e di cooperazione tra popoli di diversa provenienza”, conclude mons. Audo. Essa “è stata in passato forte e bella, ed è con quella storia che aspiriamo a ritrovare questa bellezza e forza della vita nel futuro”. (I.P.)








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