2016-01-04 13:04:00

Messico, sindaco anti-narcos uccisa a poche ore da insediamento


In Messico, il sindaco anti-narcos Gisela Mota Ocampo è stata uccisa nel primo giorno del suo mandato: ad assassinarla sono stati quattro uomini armati appartenenti al gruppo criminale locale “Los Rojos”. Secondo quanto riferito dalle autorità, due dei killer sono stati uccisi dalla polizia mentre tentavano di fuggire, altri tre sospetti sono stati catturati. La 33enne esponente del Partito della Rivoluzione Democratica aveva vinto le elezioni a Temixco, a 80 chilometri dalla capitale, Città del Messico, con la promessa di combattere la corruzione e il narcotraffico, grandi problemi non solo della città ma di tutto il Paese. Veronica Di Benedetto Montaccini ha intervistato Mario Javier Osorio, corrispondente dell’agenzia Notimex in Messico:

R. – A Morelos, che è la regione dove era stata eletta Gisela Mota, non solo per la presenza di gruppi di traffico illegale ma per una situazione di corruzione generale, la presenza della criminalità organizzata si è sviluppata ed è cresciuta negli anni. In alcune regioni è diventata potente e trova il modo di fare soldi non solo tramite la droga ma anche attraverso il rapimento di persone, il sequestro, l’estorsione. Tutti metodi che possono essere definiti mafiosi. E’ una presenza molto pervasiva quella del narcotraffico ed attecchisce soprattutto in due regioni molto problematiche: quella di Guerrero, dove nel 2013 sono stati assassinati 43 studenti, che sono stati poi fatti sparire, e quella di Michoacán, culla di un noto cartello del narcotraffico chiamato "la famiglia di Michoacán". A quanto sembra Gisela Mota è stata assassinata, nel primo giorno del suo mandato insieme ad altre due persone, da un gruppo di sicari chiamati “Los Rojos” che sono narcotrafficanti territoriali. 

D. - Di che tipo di organizzazioni criminali si tratta?

R. - Ci sono diverse tipologie di narcotrafficanti. “Los Rojos”, in particolare, è il gruppo più locale anche se oggettivamente ha rapporti con Guerrero e di Michoacán che hanno una presenza più diffusa e internazionale nel narcotraffico. La parte più redditizia è il traffico di droga verso gli Stati Uniti. Infatti, Michoacán, anche se si trova a nord, è una delle rotte tipiche per cui passa la droga per gli Usa.

D. - Secondo il Rapporto per la Sicurezza Pubblica del 2015 ci sono stati 499 omicidi solo nella zona di Morelos, solo in un anno e secondo l’International Institute for Strategic Studies di Londra, il Messico è il 3° Paese con più morti in un conflitto armato dopo Siria ed Iraq. La violenza fa parte della strategia del narcotraffico?

R. – Le faccio solo un esempio di come si sia evoluta in peggio la situazione in Messico: Cuernavaca era chiamata la “città dell’eterna primavera” solo dieci anni fa perchè era scelta da molte persone come rifugio, come posto dove avere la casa per il fine settimana, quindi una città molto tranquilla. Adesso purtroppo, da qualche hanno, la situazione è completamente cambiata a causa di questa presenza criminale che usa la violenza per terrorizzare la popolazione, per stabilire il proprio potere e la propria influenza in tutta la zona e non ha paura di uccidere. 

D. – Gisela Mota è solo uno dei politici diventati "scomodi". Quali sono le campagne elettorali che spaventano di più il narcotraffico?

R. – Molti sono i casi recenti, la prima vittima è stata il 2 marzo scorso Aidè Gonzales, candidata per il Partito della Rivoluzione Democratica nello Stato di Guerrero. Il primo maggio scorso Ulises Quiroz, nella città di Chilapa. Poi ancora due candidati ad amministratori comunali freddati a colpi di fucile mentre tornavano a casa sempre a maggio. Ci sono situazioni molto complesse dove oltre al narcotraffico c’è la corruzione politica, che si è insediata dappertutto: Gisela era del Partido de la Revolucion Democratica, di centro-sinistra, che pure al suo interno nella sua storia ha avuto diversi episodi di corruzione, di legami con il narcotraffico...

D. – Il 7 giugno prossimo ci sono le elezioni amministrative per eleggiare i nuovi 500 deputati. Anche il processo elettorale è corrotto secondo lei?

R.  -  Non si può generalizzare, naturalmente. Però ci sono situazioni di corruzione e l’intreccio tra potere politico e potere criminale esiste. Credo però che il sistema elettorale in senso stretto, ovvero gli spogli, il voto ancora segreto, siano ancora puliti e siano una speranza di cambiare le cose anche nelle prossime elezioni.








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