“Lasciarsi avvolgere dalla misericordia di Dio per essere in grado di donarla agli altri”: questo l’incoraggiamento rivolto da mons. Gilbert Aubry, vescovo de La Reunion, ai suoi fedeli in occasione del Giubileo della misericordia. In questi giorni, il presule ha aperto la Porta Santa di due delle quattro Chiese giubilari del Paese: la Cattedrale principale, intitolata a Saint-Denis, e la Chiesa del Sacro Cuore a Colimaçons.
Un “decalogo” per il Giubileo
Nell’omelia pronunciata in Cattedrale, mons. Aubry
ha ricordato che “Dio, attraverso Gesù, si pone risolutamente sempre a fianco dell’uomo”
anche quando “l’umanità innalza dei muri, agisce di testa sua e talvolta rinnega Dio
stesso”. Al contrario, “il cuore di Gesù, fatto carne e Parola di vita, diventa il
simbolo della riuscita relazione tra gli uomini, tra loro e Dio, e tra l’umanità ed
il Creato”. Per questo, ha aggiunto mons. Aubry. “con Gesù misericordioso diventa
possibile vivere insieme nel modo migliore”. Durante la celebrazione nella Chiesa
del Sacro Cuore, invece, il vescovo de La Reunion ha proposto ai suoi fedeli una sorta
di “decalogo giubilare”, invitando ad “accogliere l’altro, ascoltarlo, comprenderlo,
farsi carico dei suoi problemi, cambiare mentalità, non giudicarlo, abbandonare i
sospetti, incoraggiarlo, chiedergli perdono ed saperlo accettare”.
Diventare agenti di pace e di riconciliazione nel mondo
Ad aprire le altre due Porte Sante del Paese, situate
nella Chiesa di Gesù Misericordioso di Cambuston e in quella di San Francesco di Sales
a Tampon, sono stati poi i rispettivi vicari generali, padre Lilian Payet e padre
Daniel Gavard. Entrambi, nelle loro omelie, hanno richiamato l’importanza delle opere
di misericordia corporali e spirituali perché – hanno spiegato – “passare la Porta
Santa senza una concretizzazione di questa misericordia nella vita di tutti i giorni,
è inutile”. Ciò che conta, dunque, durante il Giubileo, è “diventare agenti di pace
e di riconciliazione nei confronti di tante persone”. (I.P.)
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