2016-01-03 11:30:00

Il bene contagioso. Dino Impagliazzo, una storia di solidarietà


Nove anni fa era solo, con una manciata di panini e la macchina stipata di cassette di frutta e verdura, scartate dai mercati rionali. Oggi sono molte centinaia i pasti distribuiti a senza tetto e immigrati nei pressi di alcune stazioni romane e soprattutto sono 350 i volontari che lo aiutano. È la storia di Dino Impagliazzo, dirigente in pensione, che a 85 anni continua a essere l’anima di una bella esperienza di solidarietà nella capitale. La racconta al microfono di Eliana Astorri:

R. – Sto facendo questo tipo di attività dal marzo del 2007, quindi sono già passati un po’ di anni… Ho iniziato da solo, portando una decina di panini alla Stazione Tuscolana; poi ho coinvolto in questa mia attività i condomini del palazzo. Pian piano si sono moltiplicati e attualmente forniamo 800 pasti alla settimana nelle due stazioni di Roma Ostiense e Roma Tuscolana: i pasti sono completi, composti da primo, secondo, frutta, thè e dolci se ci sono…

D. – Lei non ha aiuti da parte delle istituzioni: come fa a comprare il cibo necessario? Solo con l’aiuto di parenti e amici, come dice?

R. – No, no! C’è anzitutto una fornitura mensile da parte del Banco Alimentare, che ci fornisce pasta, riso e altri alimentari non deperibili. Ho poi preso contatti con tutti i fornai del quartiere e la sera passo per i forni e ritiro il pane non venduto, che serve per il giorno dopo. Altrettanto faccio per i mercati rionali di frutta e verdura: prima facevo tutto da solo, ora invece facciamo insieme il giro alla chiusura dei mercati e raccogliamo tutta la verdura e la frutta che il giorno dopo non sarebbe vendibile.

D. – Vediamo che il bene esiste: c’è!

R. – C’è e certo che esiste! Ci sono tante persone impegnate. Io ho cominciato da solo, poi mi sono venute dietro le persone del palazzo e attualmente sono oltre 350 i volontari che collaborano a questa iniziativa e che sono felici di poterlo fare.

D. – Quante volte alla settimana può dare da mangiare ai senzatetto che gravitano intorno alla Stazione Ostiense e alla Stazione Tuscolana?

R. – Io e gli altri amici facciamo da mangiare quattro volte a settimana: sabato, domenica, lunedì e martedì di ogni settimana; in qualsiasi periodo dell’anno e quindi anche nel periodo estivo e durante le vacanze siamo sempre presenti e sempre con un pasto completo. Mediamente sono circa 800 persone la settimana cui portiamo da mangiare.

D. – E’ conosciuto ormai in queste zone? Le persone con disagio che vivono per la strada l’aspettano?

R. –Sì! A dir la verità questa è una cosa molto bella: quando abbiamo iniziato, le persone – di solito - erano un po’ diffidenti: pensavano che tu fai una certa cosa per un qualche interesse e tanti pensavano che fossimo pagati per fare questo tipo di discorso. Poi, man mano, si sono resi conto della gratuità della nostra attività e adesso ci vogliono proprio bene. Se c’è qualcuno - ad esempio - tra i nuovi arrivati che è un po’ sgarbato, viene subito ripreso perché non permettono che ci trattino male. C’è ormai questa sorta di affetto e di familiarità tra di noi, almeno fra coloro che sono – diciamo – più sedentari e che stanno da più tempo con noi.

(La versione audio integrale dell’intervista verrà trasmessa il 7 gennaio dal canale Radio Vaticana Italia - 105 FM)








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