2016-01-03 11:41:00

Riforme e unioni civili: le sfide della politica in Italia nel 2016


L'Italia non riesce a recuperare le perdite della crisi e a mettersi a pari dei big Ue su industria e lavoro. Secondo i dati Eurostat rielaborati dal Mise, a stentare e' soprattutto l'occupazione giovanile, che dal minimo registrato durante la crisi ha recuperato 0,9 punti (2,7 in Germania, 4,2 in Gran Bretagna e 1,9 in Spagna). Bene invece il clima di fiducia. A parte l'economia, per la politica italiana, ’anno che si è appena aperto ha in agenda appuntamenti cruciali. Tra tutti: in primavera, elezioni amministrative nelle città più importanti; in autunno, il referendum sulle riforme costituzionali. Ma il primo passaggio importante sarà a fine gennaio l’esame al Senato del disegno di legge sulle unioni civili. Il servizio di Giampiero Guadagni:

Dal lavoro alla pubblica amministrazione, dalla giustizia alle modifiche costituzionali e del sistema elettorale: le riforme sono decisive anche per consolidare la ripresa economica. E’ la convinzione più volte espressa da Matteo Renzi, anche in sede europea. E per questo il premier attende fiducioso il via libera di Bruxelles alla Legge di stabilità approvata dal Parlamento a fine anno. Intanto però il primo vero scoglio per il governo è il disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, che approderà in Senato a fine gennaio. La Conferenza episcopale italiana ricorda come sia scorretto applicare ad altri tipi di relazione i diritti che spettano alla famiglia composta da mamma, papà e bambini. Il 2016 sarà l’anno dei valori, ha detto da parte sua il presidente del Consiglio. Ma sui valori legati alla legge in esame manca l’accordo nella stessa maggioranza. Cattolici del Pd e centristi di Area Popolare, così come nell’opposizione un’ampia parte di Forza Italia e la Lega, sono contrari in particolare alla possibilità che il componente di una coppia dello stesso sesso possa adottare il figlio del partner. Sulla legge Cirinnà potrebbero crearsi allora alleanze inedite, visto che il Movimento 5 Stelle intende approvare il ddl senza modifiche.

Possibili dunque ripercussioni anche in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera che riguarderanno le cinque città italiane politicamente più importanti: Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna. Un banco di prova fondamentale per Renzi e per il suo partito, il Pd, dopo la schiacciante vittoria alle europee dello scorso anno. Ma la vera sfida il premier segretario l’ha lanciata per l’autunno, quando dovrebbe essere celebrato il referendum sulle riforme costituzionali, dopo il voto finale in Parlamento che darà il via libera al Nuovo Senato e alla fine del bicameralismo perfetto. I sondaggi sul referendum finora danno in vantaggio il composito fronte del “no”. Ma Renzi ha deciso di giocarsi tutto in questa partita. “Se perdo il referendum – ha detto – fallisce la mia esperienza politica”. Insomma, l’esito del referendum sarà decisivo per il futuro della legislatura. Ma anche e soprattutto per il futuro quadro istituzionale del Paese.








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