“Un fedele ebreo non può essere anti-cristiano o anti-musulmano”: lo ha detto il Presidente israeliano Reuven Rivlin incontrando, il 28 dicembre scorso, a Gerusalemme, i capi religiosi delle comunità cristiane per lo scambio di auguri in occasione del nuovo anno. Il Presidente - secondo quanto riferisce il sito Terrasanta.net, ripreso dall'agenzia Sir - ha ricordato il 50° anniversario della dichiarazione conciliare Nostra Aetate che segnò una svolta nelle relazioni tra ebrei e cattolici e alimentò l’impegno di questi ultimi sul fronte dell’antisemitismo. Citando in proposito il suo incontro con Papa Francesco in Vaticano il 3 settembre scorso, il Presidente ha menzionato un’affermazione del Pontefice: “Un vero cristiano non può essere antisemita”. “Israele – ha ribadito Rivlin – intende garantire libertà di culto e di espressione a ciascuno, qualunque sia il credo che professa. Vogliamo che la comunità cristiana prosperi e giochi il suo ruolo nella società israeliana”, ha concluso.
Il saluto del Patriarca greco-ortodosso Teofilo III
Al Presidente sono giunti il saluto e gli auguri, a nome dell’intera delegazione dei
capi religiosi cristiani, del Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Teofilo III
che ha voluto ringraziare il capo dello Stato ebraico per aver più volte espresso
rispetto per tutte le componenti religiose presenti sul suolo nazionale e per l’impegno
a difendere le minoranze, condannando ogni ricorso alla violenza.
L'integrità della Terra Santa sta in una ricca diversità di tradizioni
etniche e religiose
“Noi rappresentanti delle comunità cristiane – ha detto il Patriarca – ci uniamo a
lei in queste affermazioni e nelle condanne. Siamo consapevoli che l’integrità di
questa regione sta in una ricca diversità di tradizioni etniche e religiose, nelle
quali c’è vera coesistenza con rispetto vicendevole e sicurezza per tutti. Rigettiamo
anche tutte le forme di violenza e terrorismo, in qualunque circostanza. È totalmente
inaccettabile usare la religione in questo modo, e in questa stagione di luce e di
pace, vorremmo riaffermare il nostro impegno per la pace e la riconciliazione nella
nostra diletta Terra Santa”.
Missione dei cristiani: salvaguardare la ricchezza spirituale della Città
Santa
Teofilo III ha osservato inoltre che la missione dei religiosi cristiani a Gerusalemme
consiste anche “nel salvaguardare e servire la ricchezza spirituale e la bellezza
della Città Santa”. In questo senso “il rispetto dello 'status quo', che vige tra
le comunità religiose nei principali Luoghi Santi, rimane la chiave all’armonia e
alla pace, oltre che al rispetto dei privilegi legittimi e ai diritti che la storia
ci ha riconosciuto”. Della delegazione facevano parte, per la componente cattolica,
il Patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, e padre Ibrahim Faltas, in rappresentanza
della Custodia di Terra Santa. (R.P.)
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