2015-12-31 13:30:00

Libertà religiosa sotto attacco: i cristiani i più perseguitati


Crescono nel mondo gli attacchi alla libertà religiosa: i cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato, si parla di 150 milioni di persone a rischio. Vita dura anche per altre minoranze, come gli yazidi in Iraq. L’estremismo islamico è il primo nemico della libertà religiosa, ma non si possono dimenticare i regimi comunisti. Anche in alcuni Paesi occidentali crescono i problemi per chi crede, soprattutto là dove la religione viene emarginata alla sfera del privato e quando viene erosa la libertà di coscienza sui temi etici sensibili. Fausta Speranza ne ha parlato con Giampaolo Romanato, docente di Storia contemporanea all’Università di Padova e membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche:

R. – Effettivamente, l’estremismo islamico ha questo triste primato nel negare la libertà religiosa. Non confonderei l’estremismo islamico con l’islam tout court: credo che sia un’equiparazione che non debba essere fatta.

D. – Certamente, di estremismo islamico parliamo spesso in relazione a conflitti veri e propri …

R. – Sì, ne parliamo in relazione a conflitti veri e propri, perché laddove ci sono i conflitti il fenomeno esplode in maniera più vistosa, più clamorosa, e anche con maggiore visibilità sui media occidentali. Però credo che l’estremismo islamico non sia legato soltanto ai conflitti o alle zone di tensione politica: è caratteristico di un certo islam estremo. Nel Nord Sudan non ci sono conflitti, in questo momento, che possano alimentare l’estremismo; però, l’intolleranza c’è. I conflitti politici acuiscono la visibilità del fenomeno, ma non è soltanto delle zone in cui ci sono conflitti politici.

D. – C’è poi la realtà di poteri dittatoriali o comunque poteri molto forti, che negano la libertà religiosa. Il primo esempio è la Corea del Nord?

R. – Purtroppo sì! Qui l’estremismo islamico non c’entra assolutamente nulla; c’entra l’intolleranza ideologica, c’entra l’intolleranza politica, c’entra la dittatura e forse ancora la tarda eredità della guerra fredda. La Corea del Nord, effettivamente, è il Paese che viene alle mente immediatamente …

D. - Non è l’unico …

R. – Non è l’unico: c’è la Cina. Parliamo poco della Cina, perché in fondo con la Cina ci sono dialoghi in corso da tutti i punti di vista, però, l’intolleranza religiosa è ancora un fattore presente nella realtà cinese.

D. – Proprio spaziando anche a Paesi democratici, ci sono forme di intolleranza ideologica?

R. – Sì, in maniera più strisciante, più latente ma ci sono: ci sono anche qui da noi, ci sono anche in Europa, nel Nord America, in particolare direi in Europa. Sto pensando in questo momento a tutta l’assurda polemica sul presepe che si è fatta in questi giorni anche in Italia: questo non ha nulla a che fare né con l’estremismo islamico, checché se ne dica, né con le dittature; ha a che fare con una intolleranza ideologica che è propria della nostra società. Il rifiuto del presepe – non nascondiamoci dietro a un dito – non è venuto dall’islam estremista ma è venuto da una certa ideologia laica che è gravemente intollerante.

D. – Perché dà tanto fastidio la libertà religiosa?

R. – Perché in fondo è la libertà delle libertà, è il “primum” delle libertà. La libertà religiosa riguarda le convinzioni profonde dell’uomo, riguarda l’intimo della coscienza, riguarda il rapporto più personale che ciascuno di noi ha con l’aldilà e con l’assoluto. Se si coarta questo, poi, possono derivarne conseguenze in mille altri campi. Riguarda il nucleo profondo della libertà dell’uomo: per questo è così importante difendere la libertà religiosa e opporsi a tutte le forme di coartazione.

D. – I cristiani restano i primi perseguitati nel mondo. Nel messaggio cristiano, il riconoscimento dell’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio è un elemento primo di riconoscimento della dignità di ogni essere umano. Forse è proprio questo, anche, che dà fastidio?

R. – Forse sì. Nel messaggio cristiano è insito un aspetto di totale valorizzazione dell’uomo: la valorizzazione dell’uomo e dell’umanità profonda dell’uomo, che c’è nel cristianesimo, probabilmente urta. Urta più di altre cose.








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