Sono preoccupati i vescovi della Repubblica Democratica del Congo per lo stallo del processo elettorale, dopo che la Corte Costituzionale ha invalidato il calendario delle elezioni che prevedeva tra l’altro le presidenziali nel novembre 2016. Ad esprimere le perplessità dei presuli, riferisce Mediacongo, è stato il segretario generale della Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco), padre Léonard Santedi, al termine di un incontro dell’episcopato con Aubin Minaku, presidente dell’Assemblea nazionale e segretario generale della coalizione dei partiti che sostengono l’attuale presidente Joseph Kabila, e con i rappresentanti dell’opposizione. Nel rispetto della Costituzione, ha riferito il segretario generale della Cenco, i vescovi hanno cominciato una serie di consultazioni con diversi esponenti politici perché si possa giungere ad una soluzione.
Le fazioni politiche divise sul calendario elettorale
Il Congo è precipitato in una nuova crisi politica dal novembre 2011, dopo la rielezione
di Kabila segnata da sospette frodi alle urne. Nel gennaio di quest’anno l’ipotesi
di un terzo mandato, in violazione della Costituzione, ha suscitato forti proteste,
sfociate in scontri con morti e feriti. I disaccordi poi sul calendario elettorale
(elezioni locali, provinciali, legislative e presidenziali) – con una serie di rinvii
– hanno creato un clima di incertezza. Il sospetto è che tali rinvii facciano parte
di una strategia messa in atto dalla maggioranza presidenziale per ottenere un prolungamento
automatico ed indeterminato del mandato del presidente. Il 28 novembre scorso, per
risolvere lo stallo, Kabila ha convocato un “dialogo nazionale” da cui far scaturire
un “consenso responsabile” per rilanciare il processo elettorale e garantire stabilità
e pace durante e dopo il voto. L’iniziativa non ha però avuto successo e il tema delle
elezioni sta continuando a dividere la politica congolese.
L’impegno della Chiesa per la salvaguardia dell’interesse comune
Per padre Santedi occorrerebbe mettersi attorno ad un tavolo mediando condizioni accettabili.
Per questo i vescovi hanno interpellato i politici insistendo perché le presidenziali
abbiano luogo secondo i tempi stabiliti dalla Costituzione. Più volte, inoltre, soprattutto
in questi ultimi mesi, i presuli sono intervenuti sulla questione elettorale, forti
dell’ampio ascolto di cui gode la Chiesa - anche da parte di non cattolici - grazie
al ruolo svolto nella transizione democratica negli anni ‘90. Accusata recentemente
dal governo di sostenere l’opposizione, la Cenco ha ribadito nelle scorse settimane
che la Chiesa non si schiera a favore di nessuno, ma che è piuttosto impegnata “per
la salvaguardia dell’interesse comune”. (T.C.)
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