2015-12-30 12:31:00

Castro Quiroga: Anno Misericordia provvidenziale per la pace in Colombia


In Colombia, il 2016 potrebbe essere finalmente l’anno della pace dopo oltre 50 anni di guerra civile. La firma per la fine del conflitto più lungo del mondo, che oppone il governo e le Farc, le Forze armate rivoluzionarie colombiane, dovrebbe dunque avvenire durante il Giubileo della Misericordia. Ascoltiamo in proposito la riflessione di mons. Luis Augusto Castro Quiroga, arcivescovo di Tunja e presidente della Conferenza Episcopale della Colombia, al microfono di Alvaro Vargas Martino:

R. - Per la Chiesa in Colombia, l’Anno della Misericordia è veramente provvidenziale. Il Paese ha proprio bisogno di un’ondata di misericordia. Questi ultimi cinquant’anni hanno indurito i cuori di fronte alle sofferenze altrui. Perché? Perché dobbiamo difenderci da tanti colpi che riceviamo, tante notizie brutte. Quando uno si difende dalla sofferenza che arriva dai fatti esterni, diventa un po’ indifferente di fronte al dolore degli altri. In Colombia, sono circa otto milioni le vittime del conflitto, ma se teniamo conto che ogni vittima ha almeno due vittime in più, cioè i genitori e i figli, allora le vittime diventano 24 milioni. Questo cosa significa? Significa che molte di queste persone hanno il cuore spezzato, hanno l’odio nel cuore e desideri di vendetta. Quindi, l’Anno della Misericordia è un invito alla purificazione del cuore per poter essere attenti alla sofferenza altrui, per perdonare e giungere alla riconciliazione, perché senza perdono e riconciliazione, non c’è misericordia. Pertanto, penso che quest’Anno della Misericordia sarà molto positivo per la Colombia sia a livello personale sia a livello delle famiglie, dove tante volte non c’è misericordia perché c’è violenza. A livello nazionale, poi, dobbiamo imparare di nuovo a convivere come fratelli che si aiutano e non come nemici che non si fidano l’uno dell’altro.

D. - Durante l’Anno della Misericordia dovrebbe dunque essere firmato il tanto atteso accordo di pace, frutto dei dialoghi dell’Avana...

R. - Sì, durante l’Anno della Misericordia speriamo avvenga la firma dell’accordo di pace. Un accordo che aprirebbe le porte alla fase successiva, il cosiddetto post-conflitto, cioè, la costruzione di una Colombia nuova, come una casa nuova con stanze nuove: dobbiamo ricostruire la stanza politica senza i difetti che hanno causato la guerra, quindi una politica inclusiva, che apra le porte a tutti; poi un’economia non di accumulo di beni ma un’economia veramente solidale; una stanza sociale per favorire la fiducia e così via. Come dice il Vangelo occorre costruire la casa sulla roccia, altrimenti non dura a lungo: serve prima di tutto l’etica e cioè dobbiamo lottare con forza contro la corruzione che può distruggere tutto. Serve anche una base spirituale formata da tre pilastri: il perdono, la riconciliazione e la misericordia. Infine, abbiamo bisogno della cultura: noi dobbiamo continuare a favorire una cultura della vita, non una cultura della morte; una cultura del rispetto dei diritti umani, una cultura della cittadinanza. Per concludere, direi proprio che la misericordia deve proprio entrare nel cuore di questa nuova Colombia da costruire.








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