Vigilia di Natale di sangue in tre località nel territorio di Beni, nel Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Secondo notizie giunte all’agenzia Fides, la mattina del 24 dicembre gli abitanti di Vemba-Todo/Mavivi, Mukoko/Oïcha, e di Mayangos/Beni sono stati assaliti dai guerriglieri dell’Adf-Nalu, un gruppo di origine ugandese che opera nell’area, che hanno ucciso almeno 20 civili all’arma bianca.
Il movimento jihadista ha interessi nello sfruttamento delle risorse naturali
È la prima volta che tre località vengono colpite contemporaneamente, fanno notare
commentatori locali, che denunciano inoltre la pratica dello smembramento dei corpi
delle vittime per seminare il terrore nella popolazione. L’Adf-Nalu ha assunto negli
ultimi anni la caratterizzazione di un movimento jihadista, ma secondo gli abitanti
della regione si tratterebbe solo dell’ultimo dei diversi gruppi armati attivi nell’area,
sostenuti da potenze locali ed extrafricane, che seminano il terrore per poter sfruttare
impunemente le enormi risorse naturali locali.
Uccisi altri civili presi in ostaggio da un altro gruppo armato
Un altro gruppo armato presente nell’area sono le Fdlr (Forze Democratiche di Liberazione
del Rwanda) che si sono rese responsabili del massacro di 33 civili in altre tre località
del Nord Kivu. Secondo notizie pervenute alla Fides, i massacri sono stati perpetrati
tra il 16 e il 22 dicembre. La maggior parte delle persone uccise erano ostaggi rapiti
in precedenza.
L'appello del Papa per la pace nel martoriato Paese africano
Nel suo messaggio Urbi et Orbi, Papa Francesco aveva chiesto “pace e concordia per
le care popolazioni della Repubblica Democratica del Congo, del Burundi e del Sud
Sudan affinché, mediante il dialogo, si rafforzi l’impegno comune per l’edificazione
di società civili animate da un sincero spirito di riconciliazione e di comprensione
reciproca”. (L.M.)
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