I vescovi degli Stati Uniti esprimono “profondo disappunto” per il mancato inserimento nella proposta di legge "omnibus" 2016 presentata al Congresso della Legge contro la discriminazione sull’aborto (Abortion Non-Discrimination Act, Anda in sigla). Il provvedimento presentato nel 2011, mira a tutelare meglio l’obiezione di coscienza in materia di aborto, garantendo quindi alle istituzioni religiose che offrono servizi sanitari e di assistenza la libertà di servire i più bisognosi seguendo le loro convinzioni morali sul rispetto della vita umana.
Nessuno può essere obbligato dal governo ad agire contro i propri principi
In una nota pubblicata il 23 dicembre, il presidente della Conferenza episcopale (Usccb)
Joseph E. Kurtz, si dice “profondamente preoccupato” per il fatto che “un principio
fondante che in passato ha sempre avuto un ampio consenso bipartisan sia diventato
improvvisamente una questione di parte”. “Nessuno – sottolinea il vescovo di Louisville
- dovrebbe essere costretto dal Governo a partecipare attivamente in quello che considera
l’uccisione di una vita innocente. Qui non si tratta di ‘accesso’, all’aborto. In
gioco è il principio per cui i credenti e coloro che si oppongono all’interruzione
volontaria della gravidanza e alla sua copertura finanziaria debbano essere obbligati
a parteciparvi”.
Rispettare le differenze e per le diverse convinzioni di coscienza
Di qui il pressante appello agli oppositori all’Abortion Non-Discrimination Act a
rivedere la propria posizione contro l’applicazione della legge che si basa su un
principio sancito dalla Costituzione americana. Citando le parole rivolte il 24 settembre
da Papa Francesco al Congresso, il presidente dei vescovi Usa esorta a rinnovare quello
“spirito di collaborazione, che ha procurato tanto bene nella storia degli Stati Uniti
con rispetto per le nostre differenze e per le nostre convinzioni di coscienza” e
a superare le divisioni per difendere questo diritto fondamentale. “La missione della
Chiesa nell’arena pubblica – conclude la dichiarazione - è di testimoniare la dignità
di ogni essere umano e difendere la libertà di agire in conformità con le proprie
convinzioni religiose” in difesa delle vite più vulnerabili. (A cura di Lisa
Zengarini)
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