2015-12-24 11:53:00

Pakistan. I cristiani festeggiano il Natale all'insegna del dialogo


I cristiani del Pakistan festeggiano il Natale cercando di promuovere il dialogo con la maggioranza musulmana. Le difficoltà più grandi continuano ad essere create dalla legge sulla blasfemìa che colpisce in modo indiscriminato innocenti come Asia Bibi, tuttora in carcere dopo 6 anni. Nel Punjab, dove nel marzo scorso 22 cristiani sono rimasti uccisi negli attentati contro due chiese, è attivo il Peace Centre che tenta di rilanciare la conoscenza reciproca e la comprensione tra i membri delle varie religioni, anche grazie al lavoro del padre domenicano James Channan e dell’imam Abdul Khabir Azad. Il servizio di Veronica Di Benedetto Montaccini:

La legge nera: viene definita così la legge che in Pakistan punisce il reato di blasfemia con ergastolo e pena di morte e che ha portato ad abusi crescenti e a ritorsioni sulle minoranze, come nel caso di Asia Bibi la donna cristiana condannata per false denuncie a pena capitale. I musulmani sono il 97%, chi è di un’altra religione ha una vita difficile nella regione del Punjab e l’ultimo rapporto di Aiuto alla Chiesa che Soffre evidenzia come i cristiani siano i più perseguitati. A ricordare uno degli episodi più violenti è padre James Channan, responsabile del Peace Centre di Lahore:

“Le minoranze religiose si sentono costantemente in pericolo qui. Le persecuzioni sono all’ordine del giorno. Vengono perseguitate sia la Chiesa cattolica che quella protestante, non fa differenza. Uno degli ultimi esempi più gravi è stata la coppia di giovani cristiani che per non conoscere i versi del Corano è stata bruciata viva nel villaggio Kishan, qui vicino, nel Punjab. Per fortuna molti musulmani condannano questi avvenimenti terribili”.

I musulmani che vogliono cambiare la situazione in Pakistan e le minoranze religiose si sono riunite nel 2010 per fondare il Peace Centre, centro dei frati domenicani per la promozione del dialogo interreligioso che lavora sul territorio, come spiega padre Channan:

“Nel Peace Centre noi cerchiamo di cambiare la situazione con programmi per ristabilire armonia e pace fra maggioranza e minoranze. Organizziamo conferenze e workshop aperti a donne, bambini e persone di tutte le estrazioni sociali. Sono fiero di dirvi che molti musulmani partecipano a queste attività con entusiasmo. Persone importanti come i leader religiosi o i professori, che possono influenzare anche il resto della comunità”.

Alcuni leader musulmani, mettono quotidianamente in pericolo la loro stessa vita per fermare le violenze anti-cristiane, in particolare l’imam Syed Azad, che racconta quando ha iniziato ad aiutare i perseguitati:

“Avrei moltissimi esempi di atti compiuti dall’Islam radicale che condanno, ma uno in particolare mi ha colpito perchè è successo vicinissimo a dove abito: l’episodio della Joseph Colony, il quartiere cristiano che è stato raso al suolo dalle fiamme nel marzo scorso. Da quel momento ho capito che dovevo combattere e ricostruire un dialogo tra musulmani e cristiani. Sono riuscito a salvare molte chiese da allora”.

Le discriminazioni nascono da un aumento di intolleranza mal gestita dalle autorità, ma continua l’imam Azad, una rivoluzione in Pakistan è possibile:

“Il mio messaggio per i musulmani di Lahore e del Pakistan è di leggere bene il Corano, perché troveranno indicazioni di pace e non di guerra. Il mio appello è di vivere bene insieme alle altre religioni; credo davvero in una rivoluzione, ovvero il nostro Paese libero dalle persecuzioni”.

Ricordando l’appello di Papa Francesco per denunciare e non ripetere più le persecuzioni in Pakistan, padre Channan lancia il suo messaggio per il Giubileo:

“Questo anno del Giubileo apre i nostri cuori e ci mette davanti la possibilità di non odiare gli altri, di non perseguitarli ma di conoscere le diversità e vivere così in armonia anche in un Paese difficile come il Pakistan”.

Quello del Peace Centre di Lahore è un esempio di come il dialogo porti a superare le discriminazioni, ridando dignità a tutte le minoranze.








All the contents on this site are copyrighted ©.